LETTERA APERTA … POVERO BARI!
Che tristezza! Difficilmente dimenticheremo il 16 luglio 2018, data in cui il nostro povero Bari ha lasciato il calcio professionistico.
Inevitabilmente questa giornata nefasta per i colori biancorossi mi ha riportato indietro nella mente quando, circa 42 anni fa (avevo i calzoncini corti), ho cominciato a seguire la squadra in curva Nord. Con questi colori ho gioito e sofferto prima da tifoso e poi anche da giornalista. Ho cercato con obiettività di evidenziare aspetti positivi e negativi, di fare una critica costruttiva, ma sempre con amore. In questi due giorni ho cercato di metabolizzare questo dramma sportivo, ma smarrimento, rabbia, tristezza, dolore, sfiducia, condivisione si sono alternati nella mia mente e nel mio cuore … La tristezza per quello che si poteva fare e non si è fatto per evitare tutto ciò, la rabbia per una gestione fallimentare da parte di una società incapace ... e potrei continuare, ma ormai tutto questo non serve. Sono convinto, purtroppo, che con il tempo ci renderemo sempre più conto di quello che ci è capitato e probabilmente soffriremo ancora di più quando, per esempio, ci avvicineremo al calcio giocato. Ma, allo stesso tempo, sono convinto che tutto passerà quando l’arbitro avrà fischiato il calcio d’inizio della prima partita. Rivedremo i tifosi incitare la squadra, commuoversi alle prime notte dell’inno e urlare al primo gol biancorosso, mentre noi torneremo a raccontare le gesta della squadra biancorossa abbandonando sia pure temporaneamente quel triste ricordo. Noi saremo ancora tutti lì e più forti di prima. Un fallimento non potrà mai cancellare la storia di un club, tanto meno quello del Bari. Il passato è nostro e non ce lo potrà mai togliere nessuno. Ma dobbiamo essere uniti più che mai e dimostrare ancora una volta chi siamo riempiendo in massa lo stadio. Ci hanno piegati, ma non spezzati. FORZA BARI!
Rino Lorusso
Che tristezza! Difficilmente dimenticheremo il 16 luglio 2018, data in cui il nostro povero Bari ha lasciato il calcio professionistico.
Inevitabilmente questa giornata nefasta per i colori biancorossi mi ha riportato indietro nella mente quando, circa 42 anni fa (avevo i calzoncini corti), ho cominciato a seguire la squadra in curva Nord. Con questi colori ho gioito e sofferto prima da tifoso e poi anche da giornalista. Ho cercato con obiettività di evidenziare aspetti positivi e negativi, di fare una critica costruttiva, ma sempre con amore. In questi due giorni ho cercato di metabolizzare questo dramma sportivo, ma smarrimento, rabbia, tristezza, dolore, sfiducia, condivisione si sono alternati nella mia mente e nel mio cuore … La tristezza per quello che si poteva fare e non si è fatto per evitare tutto ciò, la rabbia per una gestione fallimentare da parte di una società incapace ... e potrei continuare, ma ormai tutto questo non serve. Sono convinto, purtroppo, che con il tempo ci renderemo sempre più conto di quello che ci è capitato e probabilmente soffriremo ancora di più quando, per esempio, ci avvicineremo al calcio giocato. Ma, allo stesso tempo, sono convinto che tutto passerà quando l’arbitro avrà fischiato il calcio d’inizio della prima partita. Rivedremo i tifosi incitare la squadra, commuoversi alle prime notte dell’inno e urlare al primo gol biancorosso, mentre noi torneremo a raccontare le gesta della squadra biancorossa abbandonando sia pure temporaneamente quel triste ricordo. Noi saremo ancora tutti lì e più forti di prima. Un fallimento non potrà mai cancellare la storia di un club, tanto meno quello del Bari. Il passato è nostro e non ce lo potrà mai togliere nessuno. Ma dobbiamo essere uniti più che mai e dimostrare ancora una volta chi siamo riempiendo in massa lo stadio. Ci hanno piegati, ma non spezzati. FORZA BARI!
Rino Lorusso