[size=42]Campionato serie B, sette retrocessioni sono troppe[/size]
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Posted by Gabriele Bonafede On agosto 30, 20181 Comment
di Gabriele Bonafede
[size=32]Per essere ottimisti, il “campionato degli italiani”, la serie B del calcio, è iniziato in sordina. A ben guardare la prima giornata è stata un vero e proprio disastro: uno spezzatino insipido per il quale non è ancora chiaro a tutti come guardarlo in tv. Mentre gli stadi si svuotano di spettatori sportivi e si riempiono, semmai, di ultras dai modi poco civili, per dirla con un eufemismo.
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[size=32]Questo campionato 2018-2019 in realtà parte male, malissimo, per tutti. Sciagurato figlio di un campionato 2017-2018 finito nell’ignominia, ha di fatto sancito la corrosione del concetto di sport e sportività. Ha anche sancito la disattenzione per le più elementari regole sportive e di competizione. E della decenza.[/size]
[size=32]Ha sancito, inoltre, che promozioni e retrocessioni non sono verdetti sul campo, ma affare di giustizia (sportiva e non) e di colpi di mano organizzativi.[/size]
Ha sancito che il numero delle retrocessioni è variabile, e quest’anno, in questa sciagurata estate 2018, sono state ben sette: Novara, Entella, Pro Vercelli e Ternana sul campo, più Bari, Cesena e Avellino fuori dal campo.
[size=32]C’è persino una “mezza retrocessione”, con 8 punti di penalizzazione al Foggia che peseranno sulla classifica, a meno di una marcia trionfale dei meritevoli Satanelli. Il club pugliese ha infatti onorato il calcio e lo sport anche all’ultima giornata della scorsa stagione andando a pareggiare in 10 a Frosinone, pur non avendo nulla da chiedere al campionato a quel punto.[/size]
[size=32]Oggi c’è soprattutto un campionato monco, con un organico chiaramente incompleto: 19 squadre. Siamo, insomma, “alla frutta”. Soprattutto dal punto di vista sportivo e dell’incertezza. Soprattutto quando si sa che i 3 punti sul campo possono essere cancellati da provvedimenti fuori dal campo. Soprattutto quando si permette a club con comportamenti antisportivi di essere addirittura premiati con la promozione. Soprattutto quando numerosi arbitraggi risultano qualitativamente dubbi e reiterati e anche qui ci sono promozioni anzichè sanzioni.[/size]
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[size=32]Per quanto riguarda le sette retrocessioni di fatto, ci si chiede perché non sia avvenuta l’ovvietà. E cioè che, posto che tre club gloriosi (Avellino, Bari e Cesena) siano stati puniti per motivi economici, non siano stati rimpiazzati dai club arrivati in classifica in maniera utile a rimanere nella categoria: Novara, Virtus Entella e Pro Vercelli (o Ternana se uno di questi club non fosse in grado di partecipare).[/size]
Anche loro club falliti? Non sembra, visto che sarebbero stati in grado di fornire garanzie economiche per partecipare, oltre alla volontà: hanno infatti presentato regolare domanda, con carissime fidejussioni e tutto quanto. E sarebbero stati in grado, inoltre, di fornire garanzie di sportività ben maggiori di due club che invece sono stati promossi in massima serie (Parma e Frosinone) nonostante evidenti e riconosciute magagne sul piano eminentemente sportivo. E della decenza.
[size=32]Stupisce che la Pro Vrercelli, grande storia del calcio e sette volte campione d’Italia, non abbia ricevuto l’attenzione data, anni fa, alla Fiorentina in quanto a meriti sportivi. Stupisce. E molto.[/size]
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[size=32]All’oggi, la situazione della serie B è insomma semplicemente spaventosa e, per dirla tutta, priva di digntà sportiva e persino di logica. Soprattutto a 19 squadre e con sette retrocessioni di fatto.[/size]
[size=32]Nonostante l’evidenza, il mondo del calcio non si rende conto che “il campionato degli italiani” è veramente il campionato-chiave: è la spina dorsale di tutto il sistema-calcio in Italia. Unisce il mondo del calcio professionistico di massima serie con quello diffuso delle serie minori.[/size]
È un campionato che rappresenta una grande fetta di popolazione, di città, di realtà piccole, medie e grandi che costituiscono il punto di arrivo dal mondo dilettantistico e la piattaforma di lancio del calcio italiano del futuro. È il campionato che ha formato un gran numero di campioni in età giovane e giovanissima, e persino rilanciato futuri campioni nazionali in età relativamente avanzata (cito ad esempio Grosso, Corini e Toni che rinverdirono col Palermo del 2003-2004, ma ce ne sono stati tantissimi altri in altri club o stagioni).
[size=32]C’è molto da fare per far ripartire il sistema calcio italiano, piagato da una gestione sconsiderata. Forse ci sarebbe anche la possibilità di riportare il campionato di serie B 2018-2019 a 22 squadre, riammettendo i club retrocessi sul campo entro una settimana e riformulando il calendario senza annullare le partite finora giocate. È tecnicamente possibile e auspicabile per evitare ricadute deleterie, sportive ed economiche, su tutto il calcio italiano.[/size]
[size=32]In copertina, lo Stadio San Nicola a Bari. Progettato da Renzo Piano, capienza: cinquantottomila spettatori. E i galletti giocheranno tra i dilettanti[/size][/size]
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Posted by Gabriele Bonafede On agosto 30, 20181 Comment
di Gabriele Bonafede
[size=32]Per essere ottimisti, il “campionato degli italiani”, la serie B del calcio, è iniziato in sordina. A ben guardare la prima giornata è stata un vero e proprio disastro: uno spezzatino insipido per il quale non è ancora chiaro a tutti come guardarlo in tv. Mentre gli stadi si svuotano di spettatori sportivi e si riempiono, semmai, di ultras dai modi poco civili, per dirla con un eufemismo.
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Palermo-Virtus Entella campionato 2017-2018 stadio semivuoto
[size]Palermo-Virtus Entella campionato 2017-2018 stadio semivuoto
[size=32]Questo campionato 2018-2019 in realtà parte male, malissimo, per tutti. Sciagurato figlio di un campionato 2017-2018 finito nell’ignominia, ha di fatto sancito la corrosione del concetto di sport e sportività. Ha anche sancito la disattenzione per le più elementari regole sportive e di competizione. E della decenza.[/size]
[size=32]Ha sancito, inoltre, che promozioni e retrocessioni non sono verdetti sul campo, ma affare di giustizia (sportiva e non) e di colpi di mano organizzativi.[/size]
Ha sancito che il numero delle retrocessioni è variabile, e quest’anno, in questa sciagurata estate 2018, sono state ben sette: Novara, Entella, Pro Vercelli e Ternana sul campo, più Bari, Cesena e Avellino fuori dal campo.
[size=32]C’è persino una “mezza retrocessione”, con 8 punti di penalizzazione al Foggia che peseranno sulla classifica, a meno di una marcia trionfale dei meritevoli Satanelli. Il club pugliese ha infatti onorato il calcio e lo sport anche all’ultima giornata della scorsa stagione andando a pareggiare in 10 a Frosinone, pur non avendo nulla da chiedere al campionato a quel punto.[/size]
[size=32]Oggi c’è soprattutto un campionato monco, con un organico chiaramente incompleto: 19 squadre. Siamo, insomma, “alla frutta”. Soprattutto dal punto di vista sportivo e dell’incertezza. Soprattutto quando si sa che i 3 punti sul campo possono essere cancellati da provvedimenti fuori dal campo. Soprattutto quando si permette a club con comportamenti antisportivi di essere addirittura premiati con la promozione. Soprattutto quando numerosi arbitraggi risultano qualitativamente dubbi e reiterati e anche qui ci sono promozioni anzichè sanzioni.[/size]
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Scudetti meritati e retrocessioni immeritate. Lo stadio di Vercelli intestato a Silvio Piola
[size]Scudetti meritati e retrocessioni immeritate. Lo stadio di Vercelli intestato a Silvio Piola
[size=32]Per quanto riguarda le sette retrocessioni di fatto, ci si chiede perché non sia avvenuta l’ovvietà. E cioè che, posto che tre club gloriosi (Avellino, Bari e Cesena) siano stati puniti per motivi economici, non siano stati rimpiazzati dai club arrivati in classifica in maniera utile a rimanere nella categoria: Novara, Virtus Entella e Pro Vercelli (o Ternana se uno di questi club non fosse in grado di partecipare).[/size]
Anche loro club falliti? Non sembra, visto che sarebbero stati in grado di fornire garanzie economiche per partecipare, oltre alla volontà: hanno infatti presentato regolare domanda, con carissime fidejussioni e tutto quanto. E sarebbero stati in grado, inoltre, di fornire garanzie di sportività ben maggiori di due club che invece sono stati promossi in massima serie (Parma e Frosinone) nonostante evidenti e riconosciute magagne sul piano eminentemente sportivo. E della decenza.
[size=32]Stupisce che la Pro Vrercelli, grande storia del calcio e sette volte campione d’Italia, non abbia ricevuto l’attenzione data, anni fa, alla Fiorentina in quanto a meriti sportivi. Stupisce. E molto.[/size]
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Rischio caos-calcio? Non più, il caos è arrivato
[size]Rischio caos-calcio? Non più, il caos è arrivato
[size=32]All’oggi, la situazione della serie B è insomma semplicemente spaventosa e, per dirla tutta, priva di digntà sportiva e persino di logica. Soprattutto a 19 squadre e con sette retrocessioni di fatto.[/size]
[size=32]Nonostante l’evidenza, il mondo del calcio non si rende conto che “il campionato degli italiani” è veramente il campionato-chiave: è la spina dorsale di tutto il sistema-calcio in Italia. Unisce il mondo del calcio professionistico di massima serie con quello diffuso delle serie minori.[/size]
È un campionato che rappresenta una grande fetta di popolazione, di città, di realtà piccole, medie e grandi che costituiscono il punto di arrivo dal mondo dilettantistico e la piattaforma di lancio del calcio italiano del futuro. È il campionato che ha formato un gran numero di campioni in età giovane e giovanissima, e persino rilanciato futuri campioni nazionali in età relativamente avanzata (cito ad esempio Grosso, Corini e Toni che rinverdirono col Palermo del 2003-2004, ma ce ne sono stati tantissimi altri in altri club o stagioni).
[size=32]C’è molto da fare per far ripartire il sistema calcio italiano, piagato da una gestione sconsiderata. Forse ci sarebbe anche la possibilità di riportare il campionato di serie B 2018-2019 a 22 squadre, riammettendo i club retrocessi sul campo entro una settimana e riformulando il calendario senza annullare le partite finora giocate. È tecnicamente possibile e auspicabile per evitare ricadute deleterie, sportive ed economiche, su tutto il calcio italiano.[/size]
[size=32]In copertina, lo Stadio San Nicola a Bari. Progettato da Renzo Piano, capienza: cinquantottomila spettatori. E i galletti giocheranno tra i dilettanti[/size][/size]