Maiellaro: "Non fossi andato via da Bari, sarei arrivato in Nazionale. Brienza? La ciliegina. Il Bari in D deve comandare"
Pietro Maiellaro parla del Bari dalle colonne di Repubblica. L'ex fantasista biancorosso, ora allenatore nelle scuole calcio, parla della maglia del Bari: "Quella che ha un posto privilegiato nel mio cuore. Con un grande rimpianto: se non fossi andato via, forse sarei arrivato in Nazionale". Sulla nuova avventura (Scuola calcio Snupy, Carbonara): "Quando ero piccolo non c’erano le scuole calcio, ma paradossalmente giocare per strada, con i rimbalzi strani e imprevedibili, ti migliorava nel controllo di palla. Utile per il campo di Marsala? Li avrebbe aiutati non poco. Ho visto le immagini di Marsala, la palla non aveva un rimbalzo che fosse regolare. Sembrava persino erba tagliata bene, ma sotto c’era la trappola. Inevitabile che il Bari sia andato in difficoltà, può succedere. Il campionato bisogna vincerlo in casa, al San Nicola, perché si può giocare al calcio come in molti tra quelli del Bari sanno fare".
Parla di Brienza... "Un po’ mi dispiace, perché lui è uno davvero bravo. Ma è bello anche che qualcuno decida di sposare una causa, magari solo per una questione di cuore. Il Bari però non deve fare l’errore di ritenere Brienza l’uomo in grado di fare sempre e comunque la differenza. Più giusto ritenerlo la ciliegina sulla torta, perché non va dimenticato che tra poco compirà quarant’anni".
Sul Bari in D... "Faccio fatica anche io, ma chi ama il Bari non può certo abbandonarlo nella cattiva sorte. I tifosi sono meravigliosi, tanta gente allo stadio non si vede neppure in mezza B. Domenica bisogna vincere per non farsi prendere dal nervosismo. Il Bari in D deve comandare, anche se non è facile. I De Laurentiis? Sono imprenditori veri, magari non ci metteranno il cuore, ma la storia dimostra che non hanno mai fallito".
di Redazione TuttoBari
fonte tuttobari.com
Pietro Maiellaro parla del Bari dalle colonne di Repubblica. L'ex fantasista biancorosso, ora allenatore nelle scuole calcio, parla della maglia del Bari: "Quella che ha un posto privilegiato nel mio cuore. Con un grande rimpianto: se non fossi andato via, forse sarei arrivato in Nazionale". Sulla nuova avventura (Scuola calcio Snupy, Carbonara): "Quando ero piccolo non c’erano le scuole calcio, ma paradossalmente giocare per strada, con i rimbalzi strani e imprevedibili, ti migliorava nel controllo di palla. Utile per il campo di Marsala? Li avrebbe aiutati non poco. Ho visto le immagini di Marsala, la palla non aveva un rimbalzo che fosse regolare. Sembrava persino erba tagliata bene, ma sotto c’era la trappola. Inevitabile che il Bari sia andato in difficoltà, può succedere. Il campionato bisogna vincerlo in casa, al San Nicola, perché si può giocare al calcio come in molti tra quelli del Bari sanno fare".
Parla di Brienza... "Un po’ mi dispiace, perché lui è uno davvero bravo. Ma è bello anche che qualcuno decida di sposare una causa, magari solo per una questione di cuore. Il Bari però non deve fare l’errore di ritenere Brienza l’uomo in grado di fare sempre e comunque la differenza. Più giusto ritenerlo la ciliegina sulla torta, perché non va dimenticato che tra poco compirà quarant’anni".
Sul Bari in D... "Faccio fatica anche io, ma chi ama il Bari non può certo abbandonarlo nella cattiva sorte. I tifosi sono meravigliosi, tanta gente allo stadio non si vede neppure in mezza B. Domenica bisogna vincere per non farsi prendere dal nervosismo. Il Bari in D deve comandare, anche se non è facile. I De Laurentiis? Sono imprenditori veri, magari non ci metteranno il cuore, ma la storia dimostra che non hanno mai fallito".
di Redazione TuttoBari
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