23 esoneri e 2 dimissioni: se non è strage poco ci manca. Si tratta dell'incredibile statistica stagionale riguardante le panchine di B, a campionato, tra l'altro, non ancora terminato.
Una moda ormai consolidata nel calcio italiano quella del cambio tecnico, ma che, specie nella serie cadetta, presenta evidenti punte di masochismo. Oltre al numero di squadre (ben 14 su 22) che hanno cambiato la loro guida tecnica nel corso della stagione, colpisce, la mole di allenatori prima esonerati e poi, a distanza di poche settimane, richiamati dai loro presidenti (è il caso, per citarne alcuni, di Aglietti, Ugolotti, Bergodi, Auteri e Breda).
In testa alla "classifica" delle società più cattive c'è un inedito trio: Empoli, Grosseto e Gubbio, che hanno cambiato la bellezza di 4 mister in meno di 8 mesi. Non c'è che dire, forse, in una delle stagioni più anomale della storia del Bari, si è trovato finalmente un dato "normale": Torrente resiste ancora al suo posto.
TMW
Una moda ormai consolidata nel calcio italiano quella del cambio tecnico, ma che, specie nella serie cadetta, presenta evidenti punte di masochismo. Oltre al numero di squadre (ben 14 su 22) che hanno cambiato la loro guida tecnica nel corso della stagione, colpisce, la mole di allenatori prima esonerati e poi, a distanza di poche settimane, richiamati dai loro presidenti (è il caso, per citarne alcuni, di Aglietti, Ugolotti, Bergodi, Auteri e Breda).
In testa alla "classifica" delle società più cattive c'è un inedito trio: Empoli, Grosseto e Gubbio, che hanno cambiato la bellezza di 4 mister in meno di 8 mesi. Non c'è che dire, forse, in una delle stagioni più anomale della storia del Bari, si è trovato finalmente un dato "normale": Torrente resiste ancora al suo posto.
TMW