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La procura di Bari invia le carte a Palazzi, che convoca Semeraro jr per il 18. Pesanti penalizzazioni in arrivo anche per i biancorossi.
13 luglio 2012
La procura di Bari ha chiuso l'inchiesta sul derby Bari-Lecce scrivendo la propria verità: la partita è stata comprata dall'allora figlio del presidente, Pierandrea Semeraro. In mattinata sono stati notificati gli avvisi di conclusione delle indagini a lui e ai suoi due amici, Carlo Quarta e l'avvocato Andrea Starace. I due avrebbero consegnato in più tranche ad Andrea Masiello e ai suoi amici Fabio Giacobbe e GiannI Carella una cifra tra i 200 e i 250mila euro che doveva servire a comprare il derby contro il Bari, giocato il 15 maggio del 2011 in serie A. Con quella vittoria il Lecce guadagnò la salvezza matematica nel massimo campionato contro un Bari già matematicamente retrocesso: la partita, che si è giocata al San Nicola, terminò 2-0 per i salentini. La seconda rete fu un autogol di Masiello che ha ammesso di averlo realizzato appositamente.
Le carte sono già state inviate alla procura federale: il capo dell'ufficio indagine, Stefano Palazzi, ha convocato Pierandrea per il 18. Se l'ipotesi della procura di Bari fosse confermata dalla Figc, il Lecce rischia la retrocessione in Lega Pro per responsabilità oggettiva.
Secondo quanto ha raccontato Masiello agli inquirenti fu Starace a consegnare a lui e Carella i primi 50mila euro in contanti. In seguito agli incontri, con una serie di versamenti da 20mila euro, furono invece fatti da Quarta a Carella sulla tangenziale per Bari e da Quarta a Masiello durante le diverse "missioni" compiute dall'imprenditore presso la località in cui viveva l'ex difensore biancorosso (ora all'Atalanta) nel nord Italia. Prima della gara c'è stato un incontro a Lecce nel quale Quarta versò un assegno a garanzia. A quell'incontro, secondo il racconto di Carella, partecipò seppure a distanza anche Semeraro jr. "Ci vedemmo con Carlo Quarta a Lecce - mette a verbale l'amico di Masiello - non ricordo il nome della piazza, ricordo il bar, o il bar Centomila o Trecentomila, una cosa del genere. Era una piazza centrale, c' era una fontana. Sono sceso dalla macchina quando è arrivato Carlo, gli ho detto: "Guarda che mi devi dare una garanzia, io devo fare vedere, o mi dai dei soldi o mi dai un assegno, perché io devo farlo vedere ai ragazzi, perché sennò non mi credono, mica mi credono sulla parola (...) Dopodiché lui si è allontanato, ha detto: "Aspetta un attimo". Io sono tornato verso la macchina da Fabio e ho visto lui che parlava con il figlio di - perché l'ho riconosciuto - con il figlio del Presidente. Io però con lui, con il figlio del Presidente, non ho mai parlato. Ho visto che parlava con lui. Aveva una camicia celestee un jeans. L'ho riconosciuto perché l'avevo visto in televisione".
La Repubblica
La procura di Bari invia le carte a Palazzi, che convoca Semeraro jr per il 18. Pesanti penalizzazioni in arrivo anche per i biancorossi.
13 luglio 2012
La procura di Bari ha chiuso l'inchiesta sul derby Bari-Lecce scrivendo la propria verità: la partita è stata comprata dall'allora figlio del presidente, Pierandrea Semeraro. In mattinata sono stati notificati gli avvisi di conclusione delle indagini a lui e ai suoi due amici, Carlo Quarta e l'avvocato Andrea Starace. I due avrebbero consegnato in più tranche ad Andrea Masiello e ai suoi amici Fabio Giacobbe e GiannI Carella una cifra tra i 200 e i 250mila euro che doveva servire a comprare il derby contro il Bari, giocato il 15 maggio del 2011 in serie A. Con quella vittoria il Lecce guadagnò la salvezza matematica nel massimo campionato contro un Bari già matematicamente retrocesso: la partita, che si è giocata al San Nicola, terminò 2-0 per i salentini. La seconda rete fu un autogol di Masiello che ha ammesso di averlo realizzato appositamente.
Le carte sono già state inviate alla procura federale: il capo dell'ufficio indagine, Stefano Palazzi, ha convocato Pierandrea per il 18. Se l'ipotesi della procura di Bari fosse confermata dalla Figc, il Lecce rischia la retrocessione in Lega Pro per responsabilità oggettiva.
Secondo quanto ha raccontato Masiello agli inquirenti fu Starace a consegnare a lui e Carella i primi 50mila euro in contanti. In seguito agli incontri, con una serie di versamenti da 20mila euro, furono invece fatti da Quarta a Carella sulla tangenziale per Bari e da Quarta a Masiello durante le diverse "missioni" compiute dall'imprenditore presso la località in cui viveva l'ex difensore biancorosso (ora all'Atalanta) nel nord Italia. Prima della gara c'è stato un incontro a Lecce nel quale Quarta versò un assegno a garanzia. A quell'incontro, secondo il racconto di Carella, partecipò seppure a distanza anche Semeraro jr. "Ci vedemmo con Carlo Quarta a Lecce - mette a verbale l'amico di Masiello - non ricordo il nome della piazza, ricordo il bar, o il bar Centomila o Trecentomila, una cosa del genere. Era una piazza centrale, c' era una fontana. Sono sceso dalla macchina quando è arrivato Carlo, gli ho detto: "Guarda che mi devi dare una garanzia, io devo fare vedere, o mi dai dei soldi o mi dai un assegno, perché io devo farlo vedere ai ragazzi, perché sennò non mi credono, mica mi credono sulla parola (...) Dopodiché lui si è allontanato, ha detto: "Aspetta un attimo". Io sono tornato verso la macchina da Fabio e ho visto lui che parlava con il figlio di - perché l'ho riconosciuto - con il figlio del Presidente. Io però con lui, con il figlio del Presidente, non ho mai parlato. Ho visto che parlava con lui. Aveva una camicia celestee un jeans. L'ho riconosciuto perché l'avevo visto in televisione".
La Repubblica