Gli azzurri battono 2-1 il Messico nella partita inaugurale: magia di Pirlo su punizione, aggancia Hernandez su rigore, poi gol-partita di Balo nel finale
16.06.2013 - Scritto da Daniele Fantini
MESSICO-ITALIA 1-2 (27' Pirlo, 34' Hernandez rig., 78' Balotelli)
Pirlo col pennello, Supermario col martello: una punizione dipinta come soltanto i grandi fuoriclasse sanno fare, e un gol di rabbia, di forza, di pura potenza fisica, un gol di Balotelli alla Balotelli. E non è un caso che a firmare la partita inaugurale del torneo siano i due leader tecnici e carismatici della nostra Nazionale.
L’Italia parte con il piede giusto, o meglio, con i tre punti in tasca che le permettono di agganciare in vetta il Brasile e di presentarsi con meno patemi al prossimo impegno contro il Giappone, scacciando via qualche pensiero oscuro sorto alla metà del secondo tempo, quando il Messico teneva gli azzurri in una seccante situazione di stallo. Non l’Italia delle meraviglie (cosa piuttosto impensabile dopo le ultime due uscite contro Repubblica Ceca e Tahiti), e nemmeno quella che – sulla carta – avrebbe dovuto mettere alle corde i messicani: è un’Italia che gioca a sprazzi, alternando momenti di buon calcio ad altri di relativo costrutto, e nemmeno troppo cinica, vista la grande quantità di errori commessa nel primo tempo in zona rete, ma un’Italia che riesce comunque a venir fuori, alla lunga, per carattere e qualità.
Il Messico fa la sua partita, giocando il suo calcio lento e compassato, e cercando, di tanto in tanto, gli spunti sulla trequarti con i suoi giocatori più tecnici: la squadra di José Manuel de la Torre si rende pericolosissima al primo affondo, con la traversa colta da Guardado all’11’, ma in difesa traballa malamente, faticando a contenere le discese di Abate e De Sciglio sulle fasce e a frenare con i due centrali l’estro di Supermario, schierato punta centrale nell'inedito albero di Natale prandelliano. Corona è ottimo nel neutralizzare la prima sfuriata di Balo (4 conclusioni nei primi 12’), ma non altrettanto su una punizione peraltro deliziosa di Pirlo: il regista azzurro festeggia nel mondo migliore la sua centesima presenza in Nazionale pennellando sotto la traversa un pallone che canta e che porta (giustamente) in vantaggio un’Italia che, fino a quel momento, aveva espresso un calcio accettabile a centrocampo.
I messicani possono rientrare in partita soltanto con un errore azzurro, e questo arriva, puntuale, al 34’, quando Barzagli perde in maniera ingenua il pallone al limite dell’area e aggancia poi da dietro Dos Santos, presentatosi solo davanti a Buffon. Sul dischetto va Hernandez, che spiazza il portierone azzurro centrando l’angolino basso alla sua sinistra.
L’Italia cala nel secondo tempo, con un Messico capace di addormentare il gioco e rallentare il fraseggio azzurro a centrocampo: Balotelli comincia a mostrare il lato peggiore di sé, quello fatto di proteste e nervosismo, e nemmeno l’ingresso di Cerci per un Marchisio un po’ spento sembra riuscire a ravvivare una manovra divenuta piuttosto sterile. Alla fine occorre la giocata del campione, quella che Supermario piazza al 78’ e che gli permette di strappare una storica standing-ovation del Maracana qualche minuto più tardi, quando Prandelli lo rileverà per Gilardino bacchettandolo per l’ammonizione ricevuta in modo ingenuo (maglia tolta dopo il gol).
Nonostante lo svantaggio, il Messico non riesce a reagire nel finale, mostrandosi sempre più stanco e lento. Il pressing appena accennato non infastidisce un'Italia che può chiudere la partita in pieno controllo e con il pallone tra i piedi. Mercoledì si torna in campo contro il Giappone, perdente 3-0 all’esordio col Brasile: un altro successo, anche non limpido, permetterebbe agli azzurri di qualificarsi per la fase finale con un turno di anticipo.
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16.06.2013 - Scritto da Daniele Fantini
MESSICO-ITALIA 1-2 (27' Pirlo, 34' Hernandez rig., 78' Balotelli)
Pirlo col pennello, Supermario col martello: una punizione dipinta come soltanto i grandi fuoriclasse sanno fare, e un gol di rabbia, di forza, di pura potenza fisica, un gol di Balotelli alla Balotelli. E non è un caso che a firmare la partita inaugurale del torneo siano i due leader tecnici e carismatici della nostra Nazionale.
L’Italia parte con il piede giusto, o meglio, con i tre punti in tasca che le permettono di agganciare in vetta il Brasile e di presentarsi con meno patemi al prossimo impegno contro il Giappone, scacciando via qualche pensiero oscuro sorto alla metà del secondo tempo, quando il Messico teneva gli azzurri in una seccante situazione di stallo. Non l’Italia delle meraviglie (cosa piuttosto impensabile dopo le ultime due uscite contro Repubblica Ceca e Tahiti), e nemmeno quella che – sulla carta – avrebbe dovuto mettere alle corde i messicani: è un’Italia che gioca a sprazzi, alternando momenti di buon calcio ad altri di relativo costrutto, e nemmeno troppo cinica, vista la grande quantità di errori commessa nel primo tempo in zona rete, ma un’Italia che riesce comunque a venir fuori, alla lunga, per carattere e qualità.
Il Messico fa la sua partita, giocando il suo calcio lento e compassato, e cercando, di tanto in tanto, gli spunti sulla trequarti con i suoi giocatori più tecnici: la squadra di José Manuel de la Torre si rende pericolosissima al primo affondo, con la traversa colta da Guardado all’11’, ma in difesa traballa malamente, faticando a contenere le discese di Abate e De Sciglio sulle fasce e a frenare con i due centrali l’estro di Supermario, schierato punta centrale nell'inedito albero di Natale prandelliano. Corona è ottimo nel neutralizzare la prima sfuriata di Balo (4 conclusioni nei primi 12’), ma non altrettanto su una punizione peraltro deliziosa di Pirlo: il regista azzurro festeggia nel mondo migliore la sua centesima presenza in Nazionale pennellando sotto la traversa un pallone che canta e che porta (giustamente) in vantaggio un’Italia che, fino a quel momento, aveva espresso un calcio accettabile a centrocampo.
I messicani possono rientrare in partita soltanto con un errore azzurro, e questo arriva, puntuale, al 34’, quando Barzagli perde in maniera ingenua il pallone al limite dell’area e aggancia poi da dietro Dos Santos, presentatosi solo davanti a Buffon. Sul dischetto va Hernandez, che spiazza il portierone azzurro centrando l’angolino basso alla sua sinistra.
L’Italia cala nel secondo tempo, con un Messico capace di addormentare il gioco e rallentare il fraseggio azzurro a centrocampo: Balotelli comincia a mostrare il lato peggiore di sé, quello fatto di proteste e nervosismo, e nemmeno l’ingresso di Cerci per un Marchisio un po’ spento sembra riuscire a ravvivare una manovra divenuta piuttosto sterile. Alla fine occorre la giocata del campione, quella che Supermario piazza al 78’ e che gli permette di strappare una storica standing-ovation del Maracana qualche minuto più tardi, quando Prandelli lo rileverà per Gilardino bacchettandolo per l’ammonizione ricevuta in modo ingenuo (maglia tolta dopo il gol).
Nonostante lo svantaggio, il Messico non riesce a reagire nel finale, mostrandosi sempre più stanco e lento. Il pressing appena accennato non infastidisce un'Italia che può chiudere la partita in pieno controllo e con il pallone tra i piedi. Mercoledì si torna in campo contro il Giappone, perdente 3-0 all’esordio col Brasile: un altro successo, anche non limpido, permetterebbe agli azzurri di qualificarsi per la fase finale con un turno di anticipo.
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