... il rischio che alla prossima asta in programma per il 12 maggio non si presenti nuovamente nessuno con le necessarie garanzie opportunamente documentate diventa sempre più concreto, con tutte le disastrose conseguenze sportive che questo comporterebbe per quella che fu l’AS Bari.
Noi a 150 km di distanza non possiamo che assistere da spettatori a questo teatrino, con il dovuto rispetto verso quei tifosi veri (non certo i vendutissimi ultras) che stanno soffrendo per scellerate gestioni dei Matarrese, ma anche in attesa che una qualche forma di giustizia divina renda equità sportiva a chi ha pagato oltre misura per colpe molto meno diffuse di quelle che hanno riguardato la società barese negli ultimi 5 anni. Si, perché il Lecce ha subito la sanzione più pesante possibile per non aver alterato alcuna partita, ma con la presunzione di averci provato in una sola circostanza, e a causa di questo si ritrova ancora oggi impantanato nella Lega Pro, mentre tante altre squadre se la sono cavata con molto meno, il Bari su tutte per numero di stagioni, di partite e di tesserati coinvolti, o per debiti e mancati pagamenti, avendo collezionato ben 16 punti di penalizzazione, comodamente “spalmati” in 3 stagioni, in modo che non potesse subirne alcun danno effettivo.
Vedere fallire una società, seppur rivale acerrima e storica, non può e non deve mai essere una gioia, perché quello che oggi capita ad altri potrebbe sempre capitare a se stessi, a maggior ragione che se non ci fossero stati i Tesoro probabilmente anche per noi la storia sarebbe andata precipitando sempre di più, però non si può neanche pensare di vedere gente che si è venduta decine di partite, che ha alterato numerosi campionati, che ha frodato moltissimi creditori e che è fallita, macchiando per sempre 106 anni di storia, uscirsene puliti come se nulla fosse successo e magari per di più premiata dalla conservazione della categoria o peggio ancora con un’incredibile promozione in Serie A.
Il rispetto verso le altre tifoserie inizia quando prima di tutto si pretende la giustizia e l’equità di trattamento e in questo caso il Bari certamente non merita ulteriori “premi” oltre a quelli che già ha ampiamente ricevuti finora.
A Lecce lo abbiamo capito (lo abbiamo sempre saputo) e quando è toccato a noi nella maggior parte dei casi abbiamo messo da parte i piagnistei di stampo juventino, accettando le conseguenze della passata gestione e ripartendo in questo modo da più indietro, ma con la testa alta. Forse una catarsi simile farebbe bene anche ai nostri storici contendenti, per se stessi, per non sentirsi dire come negli ultimi 20 anni “raccomandati”, “ripescati”, “falliti”. Perché c’è più dignità nel ripartire dal basso con la fedina penale immacolata, che mantenere un prestigio di facciata ricolmo di vergogna.
Per chi volesse leggere l'intero articolo su Pianeta Lecce:
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Noi a 150 km di distanza non possiamo che assistere da spettatori a questo teatrino, con il dovuto rispetto verso quei tifosi veri (non certo i vendutissimi ultras) che stanno soffrendo per scellerate gestioni dei Matarrese, ma anche in attesa che una qualche forma di giustizia divina renda equità sportiva a chi ha pagato oltre misura per colpe molto meno diffuse di quelle che hanno riguardato la società barese negli ultimi 5 anni. Si, perché il Lecce ha subito la sanzione più pesante possibile per non aver alterato alcuna partita, ma con la presunzione di averci provato in una sola circostanza, e a causa di questo si ritrova ancora oggi impantanato nella Lega Pro, mentre tante altre squadre se la sono cavata con molto meno, il Bari su tutte per numero di stagioni, di partite e di tesserati coinvolti, o per debiti e mancati pagamenti, avendo collezionato ben 16 punti di penalizzazione, comodamente “spalmati” in 3 stagioni, in modo che non potesse subirne alcun danno effettivo.
Vedere fallire una società, seppur rivale acerrima e storica, non può e non deve mai essere una gioia, perché quello che oggi capita ad altri potrebbe sempre capitare a se stessi, a maggior ragione che se non ci fossero stati i Tesoro probabilmente anche per noi la storia sarebbe andata precipitando sempre di più, però non si può neanche pensare di vedere gente che si è venduta decine di partite, che ha alterato numerosi campionati, che ha frodato moltissimi creditori e che è fallita, macchiando per sempre 106 anni di storia, uscirsene puliti come se nulla fosse successo e magari per di più premiata dalla conservazione della categoria o peggio ancora con un’incredibile promozione in Serie A.
Il rispetto verso le altre tifoserie inizia quando prima di tutto si pretende la giustizia e l’equità di trattamento e in questo caso il Bari certamente non merita ulteriori “premi” oltre a quelli che già ha ampiamente ricevuti finora.
A Lecce lo abbiamo capito (lo abbiamo sempre saputo) e quando è toccato a noi nella maggior parte dei casi abbiamo messo da parte i piagnistei di stampo juventino, accettando le conseguenze della passata gestione e ripartendo in questo modo da più indietro, ma con la testa alta. Forse una catarsi simile farebbe bene anche ai nostri storici contendenti, per se stessi, per non sentirsi dire come negli ultimi 20 anni “raccomandati”, “ripescati”, “falliti”. Perché c’è più dignità nel ripartire dal basso con la fedina penale immacolata, che mantenere un prestigio di facciata ricolmo di vergogna.
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