Cornacchini il trasformista: cambi a sorpresa, dall'inizio e in partita. A Gela la vittoria nonostante due titolari in panchina
di Giovanni Cecca
Molti ricorderanno che il Bari quest’anno ha iniziato con un 4-3-3 classico di memoria guardiolana. Con questa disposizione in campo sono arrivate le prime 4 vittorie dei galletti, ma dopo i due pareggi consecutivi con Turris e Marsala, Cornacchini ha sentito la necessità di un cambiamento. Così il mister ha deciso di ritagliare una nuova veste alla sua squadra: 4-2-3-1, una disposizione più mourinhana. Fondamentali in questo senso lo spostamento di due pedine: l’italo marocchino Hamlili è stato tasferito sulla linea mediana a fare diga con Bolzoni mentre il giovane Piovanello è stato avanzato sulla linea dei trequartisti con Brienza e Floriano. L’impatto di questo nuovo sistema è stato devastante: Locri, Acireale e Messina battute con 7 gol fatti e 1 solo subito. Il pari con il Castrovillari è stato solo una parentesi tra queste vittorie e quella, soffertissima, con la Palmese.
Si arriva così a domenica scorsa quando contro il Gela di Karel Zeman l’allenatore barese decide di varare un nuovo 11 iniziale: il trio Cacioli, Di Cesare, Mattera in difesa, Langella al posto di Hamlili (per rispettare il regolamento che prevede almeno quattro giocatori under in campo per tutta la partita) e soprattutto Neglia a supporto delle punte Floriano e Simeri al posto di Brienza. Scelta ben ripagata dai giocatori sul campo, a conferma di questo, lo splendido gol di Langella, con il quale il classe 1999 ha fatto capire di essere qualcosa in più di una semplice riserva.
Ma non solo negli 11 iniziali, anche a partita in corso l’allenatore biancorosso ha abituato a cambi di modulo repentini: per cercare i 3 punti contro il Castrovillari Cornacchini passò da un 4-4-2 iniziale ad un 4-3-1-2 con gli ingressi di Brienza e Floriano, contro il Città di Messina Brienza venne sostituito da Feola, con la modifica dell'undici da un 4-2-3-1 di base ad un 4-3-3.
Insomma le qualità e l’ampiezza della rosa permettono all’allenatore marchigiano un’ampia gamma di soluzioni sia dall’inizio che a partita in corso, con le quali scardinare anche le difese più arcigne e fermare anche gli attacchi più intraprendenti del girone, mettendo in risalto le sue doti di trasformista, oltre che l'attitudine a variare costantemente formazione. Abilità che potrebbe diventare un'arma in più per questo Bari, che non fornisce mai certezze agli avversari.
tuttobari
di Giovanni Cecca
Molti ricorderanno che il Bari quest’anno ha iniziato con un 4-3-3 classico di memoria guardiolana. Con questa disposizione in campo sono arrivate le prime 4 vittorie dei galletti, ma dopo i due pareggi consecutivi con Turris e Marsala, Cornacchini ha sentito la necessità di un cambiamento. Così il mister ha deciso di ritagliare una nuova veste alla sua squadra: 4-2-3-1, una disposizione più mourinhana. Fondamentali in questo senso lo spostamento di due pedine: l’italo marocchino Hamlili è stato tasferito sulla linea mediana a fare diga con Bolzoni mentre il giovane Piovanello è stato avanzato sulla linea dei trequartisti con Brienza e Floriano. L’impatto di questo nuovo sistema è stato devastante: Locri, Acireale e Messina battute con 7 gol fatti e 1 solo subito. Il pari con il Castrovillari è stato solo una parentesi tra queste vittorie e quella, soffertissima, con la Palmese.
Si arriva così a domenica scorsa quando contro il Gela di Karel Zeman l’allenatore barese decide di varare un nuovo 11 iniziale: il trio Cacioli, Di Cesare, Mattera in difesa, Langella al posto di Hamlili (per rispettare il regolamento che prevede almeno quattro giocatori under in campo per tutta la partita) e soprattutto Neglia a supporto delle punte Floriano e Simeri al posto di Brienza. Scelta ben ripagata dai giocatori sul campo, a conferma di questo, lo splendido gol di Langella, con il quale il classe 1999 ha fatto capire di essere qualcosa in più di una semplice riserva.
Ma non solo negli 11 iniziali, anche a partita in corso l’allenatore biancorosso ha abituato a cambi di modulo repentini: per cercare i 3 punti contro il Castrovillari Cornacchini passò da un 4-4-2 iniziale ad un 4-3-1-2 con gli ingressi di Brienza e Floriano, contro il Città di Messina Brienza venne sostituito da Feola, con la modifica dell'undici da un 4-2-3-1 di base ad un 4-3-3.
Insomma le qualità e l’ampiezza della rosa permettono all’allenatore marchigiano un’ampia gamma di soluzioni sia dall’inizio che a partita in corso, con le quali scardinare anche le difese più arcigne e fermare anche gli attacchi più intraprendenti del girone, mettendo in risalto le sue doti di trasformista, oltre che l'attitudine a variare costantemente formazione. Abilità che potrebbe diventare un'arma in più per questo Bari, che non fornisce mai certezze agli avversari.
tuttobari