Di nuovo il Bari. La squadra, vincente, che tutti si immaginavano ai nastri di partenza. La formazione concentrata, attenta al punto giusto, pronta ad azzannare, con ordine e senza manovre confusionarie. A Potenza, senza strafare per carità, il primo sorriso della gestione targata Vivarini è arrivato grazie ad un gol di Simeri di testa, quasi a impattare tutta la rabbia che il club aveva accumulato in settimane difficili, antipatiche, mal gestite da chi non c'è più e ha lasciato il posto ad altro.
Sì perché questo Bari oggi dà la sensazione di voler alzare il suo baricentro. In tutti i sensi: mentali, ancor prima che tecnici. E' una squadra più aggressiva sui palloni e fiduciosa negli slanci quella che Vivarini sta plasmando, pur nella lentezza fisiologica di un percorso che, forse non a caso, ha visto il Bari schierarsi con un vestito sulla carta ancora eccessivamente abbottonato (tre centrali in difesa, tre mediani, due attaccanti e niente ali), ma che evidentemente gode oggi di maggiore spinta all'azione e al coraggio in attesa di una definizione ancor più compiuta del calcio promesso dall'ex tecnico di Empoli ed Ascoli (lontano, troppo lontano, ancora).
Oggi l'importante è aver ritrovato l'intera posta in palio e aver fatto tornare il Bari ai momenti di protagonismo che adesso devono diventare abitudine. Ok il risultato. Per il resto qualche buona manovra, un gioco più aperto e spinto, tanti margini ancora da attaccare e motivare in giornate - le prossime - che dovranno dotare di ulteriore sicurezza un gruppo che sta ritrovando sé stesso. In crescita Antenucci e Costa, forse i due volti più principeschi della campagna acquisti estiva, fin qui sottotono; Kupisz ha ritrovato una maglia da titolare in una gara complicata e pregna di sostanza, Bianco e Scavone hanno amministrato con sergenza di ferro e diligenza da big un incontro non affatto scontato, Sabbione e Perrotta hanno ritrovato qualità difensive e disimpegni.
Crescita, insomma, da parte di chi ha animato le giornate d'estate con annunci e relativi squilli di tromba, e ora deve dar risposte concrete, facendo seguire i fatti al luccichìo delle speranze.
Vivarini ha normalizzato un gruppo che sembra viaggiare finalmente all'unisono e che ora rivolge lo sguardo alla definizione: il cammino è lungo, la ferita forse ancora un po' troppo sanguinante per essere rimarginata dal giorno alla notte. Certo è che la vittoria aiuta a maturare ancora. La sensazione è che questo Bari possa ora finalmente togliersi soddisfazioni. Contro il Picerno una vittoria che fa rima con speranza. Corri Bari, il motore è buono.
di Davide Giangaspero
fonte tuttobari.com
Sì perché questo Bari oggi dà la sensazione di voler alzare il suo baricentro. In tutti i sensi: mentali, ancor prima che tecnici. E' una squadra più aggressiva sui palloni e fiduciosa negli slanci quella che Vivarini sta plasmando, pur nella lentezza fisiologica di un percorso che, forse non a caso, ha visto il Bari schierarsi con un vestito sulla carta ancora eccessivamente abbottonato (tre centrali in difesa, tre mediani, due attaccanti e niente ali), ma che evidentemente gode oggi di maggiore spinta all'azione e al coraggio in attesa di una definizione ancor più compiuta del calcio promesso dall'ex tecnico di Empoli ed Ascoli (lontano, troppo lontano, ancora).
Oggi l'importante è aver ritrovato l'intera posta in palio e aver fatto tornare il Bari ai momenti di protagonismo che adesso devono diventare abitudine. Ok il risultato. Per il resto qualche buona manovra, un gioco più aperto e spinto, tanti margini ancora da attaccare e motivare in giornate - le prossime - che dovranno dotare di ulteriore sicurezza un gruppo che sta ritrovando sé stesso. In crescita Antenucci e Costa, forse i due volti più principeschi della campagna acquisti estiva, fin qui sottotono; Kupisz ha ritrovato una maglia da titolare in una gara complicata e pregna di sostanza, Bianco e Scavone hanno amministrato con sergenza di ferro e diligenza da big un incontro non affatto scontato, Sabbione e Perrotta hanno ritrovato qualità difensive e disimpegni.
Crescita, insomma, da parte di chi ha animato le giornate d'estate con annunci e relativi squilli di tromba, e ora deve dar risposte concrete, facendo seguire i fatti al luccichìo delle speranze.
Vivarini ha normalizzato un gruppo che sembra viaggiare finalmente all'unisono e che ora rivolge lo sguardo alla definizione: il cammino è lungo, la ferita forse ancora un po' troppo sanguinante per essere rimarginata dal giorno alla notte. Certo è che la vittoria aiuta a maturare ancora. La sensazione è che questo Bari possa ora finalmente togliersi soddisfazioni. Contro il Picerno una vittoria che fa rima con speranza. Corri Bari, il motore è buono.
di Davide Giangaspero
fonte tuttobari.com