Il Bari gioca a... Monopoli ma non conquista il banco. In dieci salva l’imbattibilità di Vivarini
Difficile, ma non impossibile. Sembra essere questo il motto del Bari, lanciato verso la capolista Reggina. Qualcuno sperava che Monopoli diventasse fatale per il Bari, e che allo stadio Veneziani, Antenucci e compagni incappassero in una giornata storta. Poteva andare meglio, ma il pareggio - 2-2 il risultato finale - con il Bari rimasto in dieci, dimostra che i biancorossi hanno carattere da vendere. Restano i rimpianti per non aver ulteriormente avvicinato la Reggina e, forse, con maggiore cattiveria, Antenucci e compagni avrebbero potuto conquistare l'intera posta.
La rincorsa al primato richiede un notevole dispendio di energie psicofisiche, una pressione che il Bari ha dimostrato - partita dopo partita - di saper reggere. La trasferta di Monopoli ne è fedele testimonianza. Vivarini continua con l'imbattibilità, ma il tempo dirà se a Monopoli sono stati persi due punti, o guadagnato uno.
È risaputo che qualunque squadra - gli uomini di Scienza non sono stati da meno - quando chiamata ad affrontare il Bari, lo fa come se fosse la partita della vita. Difficile ipotizzare il contrario ma - non ce ne voglia nessuno - per questo il Bari dovrà acquisire maggiore cinismo in ottica futura. L'autostima è salva, non intaccata, e questo offre spunti interessanti per il futuro.
Il Bari deve temere solo se stesso, perché con Vivarini in panchina è remoto anche il rischio di sentirsi arrivati. Il campionato è insidioso, impervio è il cammino, tra qualche settimana non basteranno più le buone prestazioni, ma serviranno necessariamente le vittorie. Sempre e dovunque.
Per il momento la pressione rimane, dunque, sulle spalle della Reggina. Una dolce pressione, sia ben chiaro, che il Bari sarebbe ben lieto di ereditare. Avversari permettendo.
di Raffaele Garinella
fonte tuttobari.com
Difficile, ma non impossibile. Sembra essere questo il motto del Bari, lanciato verso la capolista Reggina. Qualcuno sperava che Monopoli diventasse fatale per il Bari, e che allo stadio Veneziani, Antenucci e compagni incappassero in una giornata storta. Poteva andare meglio, ma il pareggio - 2-2 il risultato finale - con il Bari rimasto in dieci, dimostra che i biancorossi hanno carattere da vendere. Restano i rimpianti per non aver ulteriormente avvicinato la Reggina e, forse, con maggiore cattiveria, Antenucci e compagni avrebbero potuto conquistare l'intera posta.
La rincorsa al primato richiede un notevole dispendio di energie psicofisiche, una pressione che il Bari ha dimostrato - partita dopo partita - di saper reggere. La trasferta di Monopoli ne è fedele testimonianza. Vivarini continua con l'imbattibilità, ma il tempo dirà se a Monopoli sono stati persi due punti, o guadagnato uno.
È risaputo che qualunque squadra - gli uomini di Scienza non sono stati da meno - quando chiamata ad affrontare il Bari, lo fa come se fosse la partita della vita. Difficile ipotizzare il contrario ma - non ce ne voglia nessuno - per questo il Bari dovrà acquisire maggiore cinismo in ottica futura. L'autostima è salva, non intaccata, e questo offre spunti interessanti per il futuro.
Il Bari deve temere solo se stesso, perché con Vivarini in panchina è remoto anche il rischio di sentirsi arrivati. Il campionato è insidioso, impervio è il cammino, tra qualche settimana non basteranno più le buone prestazioni, ma serviranno necessariamente le vittorie. Sempre e dovunque.
Per il momento la pressione rimane, dunque, sulle spalle della Reggina. Una dolce pressione, sia ben chiaro, che il Bari sarebbe ben lieto di ereditare. Avversari permettendo.
di Raffaele Garinella
fonte tuttobari.com