Bari- Non ci sta, il Bari. La società biancorossa non vuole lasciare nulla di intentato e concorrere fino all’ultimo per la promozione in B. Cercando criteri che, anche in caso di cristallizzazione del campionato di C, possano salvaguardare quanto di buono sul campo ha prodotto la formazione di Vivarini. Lo afferma con grande convinzione l’avvocato Mattia Grassani che ha redatto l’esposto con il quale il club biancorosso ha contestato l’idea del sorteggio pensata dal consiglio direttivo della Lega Pro.
Avvocato Grassani, ritiene impossibile che la Lega Pro possa riprendere il torneo o giocare quantomeno i playoff al fine di decidere sul campo i verdetti più importanti?
«L’auspicio di tutti gli operatori del settore, ma soprattutto il dovere del governo del calcio è che si faccia il possibile per tornare a giocare, quantomeno nelle serie professionistiche, per l’assegnazione dei titoli abilitativi alla promozione delle varie categorie (C e B). Del resto, il segnale che proviene da Fifa, Uefa e Figc è inequivocabilmente questo. Chiunque, nel nostro sport, la pensi in maniera diversa ha interessi personali da coltivare o secondi fini da raggiungere. Il calcio è competizione e la meritocrazia la stabilisce il campo. È altrettanto ovvio che, oltre alle determinazioni del movimento sportivo, contano ancor di più le posizioni della politica e della sanità. Hanno una responsabilità enorme, ma i dati statistici e l’evoluzione della malattia dovrebbero agevolare le loro decisioni».
Come valuta la proposta del consiglio direttivo della Lega Pro di decidere la quarta promozione tramite sorteggio?
«Le sciocchezze non meritano altre riflessioni. Credo che anche chi ha partorito questa soluzione bislacca si sia già pentito e, se tornasse indietro, ci penserebbe un milione di volte prima di condividere con i presidenti un’idea così insensata».
In qualità di legali della famiglia De Laurentiis avete già preso posizione ufficiale in merito?
«L’esposto è il primo passo. Qualora le ragioni portate avanti dal club biancorosso non troveranno ascolto, ne verranno adottati altri ben più duri e incisivi. Spero che, nella sede deputata, letto l’esposto e fatti due semplici ragionamenti, i rappresentanti dei 60 club mettano da parte il proprio tornaconto e facciano trionfare il bene comune, eliminando ogni criterio affidato al caso. Ogni diversa soluzione aprirebbe un’infinita stagione di contenziosi che un calcio fortemente sofferente non può permettersi. Qui non è in gioco solo la vittoria di un campionato, ma la credibilità dell’intero sistema».
Il Bari negli ultimi nove anni ha subito di tutto. Si potrà almeno garantire il diritto ad affrontare i playoff da posizione privilegiata, come da regolamento?
«Purtroppo quello che sembra il bollettino di una guerra mondiale è ciò che è capitato al Bari in meno di un decennio. Tuttavia, i tifosi, come constato ogni volta che scendo in città, non si sono fatti piegare da nessuna avversità. Sono ripartiti per stare vicino alla squadra, dimostrando all’Italia intera la loro compattezza. Inoltre, la forza della società si è rivelata fondamentale. Il modello della famiglia De Laurentiis, consolidato da oltre 15 anni con il Napoli è perfettamente attuato anche a Bari, con un manager come Luigi De Laurentiis. Venendo alla soluzione per concludere il campionato, il Bari si batterà per vincere sul campo il torneo di Serie C. La formula “slim”, ma si tratta di una tra tante proposte, potrebbe essere la seguente: le tre seconde e la migliore terza vengono raggruppate in un polo cittadino dove si trovano alberghi esclusivi, campi di allenamento attrezzati e un grande stadio. Blindate sotto il profilo sanitario, disputano, a porte chiuse, due semifinali e la finalissima, la vincente sale in B. Un evento che televisivamente si vende benissimo, altrettanto sotto il profilo pubblicitario, in piena sicurezza per atleti, tecnici e addetti. Il tutto in meno di una settimana».
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