Il cronoprogramma del Bari è fissato. Tra lunedì e martedì, il ds biancorosso Matteo Scala incontrerà la proprietà, nella sede della Filmauro per definire il futuro assetto dei Galletti. Due gli scenari possibili: il mantenimento dell’attuale management con il dirigente genovese confermato come direttore sportivo con il contratto rinnovato e l’immediata conferma di Vincenzo Vivarini come tecnico per la prossima stagione in virtù di un vincolo già esistente, oppure un cambiamento radicale. Un’eventualità che potrebbe portare all’ingaggio di un nuovo manager di riferimento, con il nome di Giancarlo Romairone quale candidatura più attendibile tra quelle in circolazione (meno probabili paiono quelle di Pietro Accardi e di Fabio Lupo). Con un cambio della guardia, è facile immaginare che anche la questione allenatore muterebbe prospettiva. Fin qui, la situazione nella sua evoluzione. Poi ci sono i pensieri dei singoli. Su tutti, spicca quello del presidente Luigi De Laurentiis.
Il vertice dei «Galletti» vive giorni di riflessione, sebbene convinto dei suoi principi. Che partono dalla fiducia assoluta nei suoi collaboratori. In Scala che ha seguito ogni movimento della creatura barese, fin dal primo giorno, ovvero dall’estate del 2018. Il manager ligure non si è occupato soltanto del mercato: ha spaziato dalla logistica all’amministrazione, fino alla quotidiana vicinanza al gruppo squadra. È stato gli occhi e le orecchie del presidente in ogni occasione in cui non poteva essere fisicamente presente.
Un rapporto simbiotico che Luigi De Laurentiis non metterebbe mai in discussione. Lo stesso vale per Vivarini: l’amministratore unico del Bari ne ha apprezzato la gestione tecnica, pur se è mancato l’ultimo squillo, il più importante, con l’unica sconfitta in 28 gare, arrivata, però, proprio contro la Reggiana nella finale per la serie B. Ma De Laurentiis non dimentica il periodo terribile del lockdown vissuto dal tecnico con la massima professionalità e lontano dai suoi affetti, così come ne stima persino le spigolosità che lo portano a chiedere un cambiamento profondo nella rosa, pur di attuare la sua idea di calcio. Insomma, se dipendesse dal presidente, le scelte sarebbero ufficiali da un pezzo.
Ed alla resa dei conti, è facile che sia la sua linea a passare. Perché il Bari è la sua scommessa, il progetto che lo vede impegnato in prima persona e che vuole rendere vincente, a tutti i costi. Ma non è solo, De Laurentiis junior. Il club è della Filmauro ed una decisione va presa collettivamente, non solo perché si tratta di un affare di famiglia con il padre Aurelio. Ed è qui che le cose possono complicarsi. Innanzitutto, perché vanno considerati i punti di vista della dirigenza che regge pure il Napoli. In secondo luogo, perché è evidente che il Bari sia in un frangente delicato. Sul piano imprenditoriale, serve un piano deciso ed immediatamente efficace. La permanenza prolungata in serie C è insostenibile per una piazza che non può sprigionare la sua immensa potenzialità in un torneo a cui non sente di appartenere. Allo stesso modo, la società non può vivere in una dimensione che non può soddisfare partner, sponsor e foraggiare asset impossibilitati a decollare (basti pensare a marketing, merchandising, diritti tv).
Insomma, bisogna fare l’impossibile per vincere subito, per riconquistare una città che ora sembra avvolta dall’apatia, per ridare linfa ad un programma che rischia di diventare una perdita ingente, senza la scalata annunciata al momento dell’acquisizione. Ecco perché le riunioni della prossima settimana saranno determinanti. E Luigi De Laurentiis sarà chiamato alle volontà più importanti della sua breve carriera da presidente. Sapendo che, qualsiasi linea sia adottata, i margini di errore sono risicatissimi.
DAVIDE LATTANZI - https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/