Blackout Bari, con il Foggia una sconfitta meritata: poco ordine e tanti errori, ora suona un campanello d'allarme
Nel blackout che nel finale del primo tempo ha colpito lo stadio Pino Zaccheria c'è tutta la fotografia di quella che è stata la partita del Bari. Se contro il Catania la formazione di Gaetano Auteri era stata un giano bifronte, in grado di disputare uno scialbo primo tempo ed un'ottima ripresa, nel derby contro il Foggia è emersa solo la parte peggiore, quella spenta, disordinata e senza grinta.
Perché il primo dato di fatto che fuoriesce dalla sfida giocata questo pomeriggio è che il Foggia ha vinto, e lo ha fatto meritatamente, nonostante un tasso tecnico della rosa decisamente inferiore. A far la differenza sono stati l'approccio e la mentalità con cui è stata affrontata la gara: i rossoneri hanno lottato fin dall'inizio su ogni pallone, andando ad aggredire i portatori di palla e forzandoli all'errore. Il Bari, invece, è rimasto fermo senza mai alzare i ritmi, sbagliando una quantità innumerevole di passaggi e subendo l'aggressività degli avversari.
L'unico vero sussulto della partita è stato nel palo colpito nel primo tempo da Mirco Antenucci, uno dei pochi a metterci il cuore per tutta la gara: con un pizzico di fortuna quell'occasione poteva portare al vantaggio che avrebbe cambiato la gara, ma una formazione che ambisce a vincere il campionato non può certo affidarsi alle recriminazioni per un singolo episodio oltre cui non è stato prodotto nulla o quasi.
Trovata la rete del vantaggio dopo un calcio di rigore poco prima del riposo, il Foggia ha pensato a sporcare la partita, che nel secondo tempo non ha avuto grandi sussulti, soprattutto per l'incapacità del Bari di creare azioni pericolose. La vitalità data dall'ingresso di Lollo e Citro è durata una manciata di minuti, poi la formazione biancorossa è tornata al consueto gioco confuso e disordinato espresso durante tutta la gara.
Senza dubbio non è il momento di trarre conclusioni definitive da una sola partita, e non si può buttare via quanto di buono emerso nelle prime gare: è inevitabile, però, che le ultime uscite debbano far suonare un campanello d'allarme. Davanti le avversarie corrono, e la scorsa stagione dimostra quanto sia pericoloso lasciar loro terreno nella prima parte di campionato.
di Raffaele Digirolamo
fonte tuttobari.com
Nel blackout che nel finale del primo tempo ha colpito lo stadio Pino Zaccheria c'è tutta la fotografia di quella che è stata la partita del Bari. Se contro il Catania la formazione di Gaetano Auteri era stata un giano bifronte, in grado di disputare uno scialbo primo tempo ed un'ottima ripresa, nel derby contro il Foggia è emersa solo la parte peggiore, quella spenta, disordinata e senza grinta.
Perché il primo dato di fatto che fuoriesce dalla sfida giocata questo pomeriggio è che il Foggia ha vinto, e lo ha fatto meritatamente, nonostante un tasso tecnico della rosa decisamente inferiore. A far la differenza sono stati l'approccio e la mentalità con cui è stata affrontata la gara: i rossoneri hanno lottato fin dall'inizio su ogni pallone, andando ad aggredire i portatori di palla e forzandoli all'errore. Il Bari, invece, è rimasto fermo senza mai alzare i ritmi, sbagliando una quantità innumerevole di passaggi e subendo l'aggressività degli avversari.
L'unico vero sussulto della partita è stato nel palo colpito nel primo tempo da Mirco Antenucci, uno dei pochi a metterci il cuore per tutta la gara: con un pizzico di fortuna quell'occasione poteva portare al vantaggio che avrebbe cambiato la gara, ma una formazione che ambisce a vincere il campionato non può certo affidarsi alle recriminazioni per un singolo episodio oltre cui non è stato prodotto nulla o quasi.
Trovata la rete del vantaggio dopo un calcio di rigore poco prima del riposo, il Foggia ha pensato a sporcare la partita, che nel secondo tempo non ha avuto grandi sussulti, soprattutto per l'incapacità del Bari di creare azioni pericolose. La vitalità data dall'ingresso di Lollo e Citro è durata una manciata di minuti, poi la formazione biancorossa è tornata al consueto gioco confuso e disordinato espresso durante tutta la gara.
Senza dubbio non è il momento di trarre conclusioni definitive da una sola partita, e non si può buttare via quanto di buono emerso nelle prime gare: è inevitabile, però, che le ultime uscite debbano far suonare un campanello d'allarme. Davanti le avversarie corrono, e la scorsa stagione dimostra quanto sia pericoloso lasciar loro terreno nella prima parte di campionato.
di Raffaele Digirolamo
fonte tuttobari.com