Le parole di capitan Di Cesare, rilasciate a margine del derby perso contro il Foggia, non sono passate in subordine. Disdetta e delusione serpeggiava ieri tra i biancorossi, usciti sconfitti dallo Zaccheria dopo una partita giocata senza grinta e sacrificio, che a tratti ha ricordato ai più la finale degli scorsi playoff, persa contro la Reggiana, sulla quale quest’estate si è cercato di gettare le fondamenta per un nuovo Bari, più cinico e aggressivo.
Non devono sorprendere in tal senso le parole del capitano, tra i pochi veterani, che ieri, senza mezzi termini, ha sottolineato gli atteggiamenti errati di una squadra adagiatasi sugli allori, beffata dalla caparbietà di un Foggia sicuramente più ostinato a portare a casa i tre punti. In questo caso, la sconfitta non può che fare bene, a patto che rimanga un unicum nella stagione.
Di Cesare, da buon leader, ha messo la faccia in quella che per i tifosi è una disfatta che fa male, visto l’avversario contro cui è arrivata. I calciatori, soprattutto quelli con più esperienza sulle spalle, sanno quanto significhino per la piazza sfide come quella di ieri, pregne di rivalità e tradizione, certe volte cartina di tornasole di un’intera annata.
Il trentasettenne conosce bene quali tasti toccare per scuotere l’orgoglio di una squadra ferita, apparsa timida e senza idee. Che diventino un dogma le parole di Di Cesare, motto di una stagione da non steccare. Urge una svolta per riprendersi la vetta del campionato e centrare il mai celato obiettivo della promozione in B. L’allarme ha suonato, d’ora in poi sarà vietato sbagliare.
di Andrea Papaccio
fonte tuttobari.com
Non devono sorprendere in tal senso le parole del capitano, tra i pochi veterani, che ieri, senza mezzi termini, ha sottolineato gli atteggiamenti errati di una squadra adagiatasi sugli allori, beffata dalla caparbietà di un Foggia sicuramente più ostinato a portare a casa i tre punti. In questo caso, la sconfitta non può che fare bene, a patto che rimanga un unicum nella stagione.
Di Cesare, da buon leader, ha messo la faccia in quella che per i tifosi è una disfatta che fa male, visto l’avversario contro cui è arrivata. I calciatori, soprattutto quelli con più esperienza sulle spalle, sanno quanto significhino per la piazza sfide come quella di ieri, pregne di rivalità e tradizione, certe volte cartina di tornasole di un’intera annata.
Il trentasettenne conosce bene quali tasti toccare per scuotere l’orgoglio di una squadra ferita, apparsa timida e senza idee. Che diventino un dogma le parole di Di Cesare, motto di una stagione da non steccare. Urge una svolta per riprendersi la vetta del campionato e centrare il mai celato obiettivo della promozione in B. L’allarme ha suonato, d’ora in poi sarà vietato sbagliare.
di Andrea Papaccio
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