Non so se esista qualcosa di più rivoluzionario dell'amore e delle sue sfaccettature. Amare è una sfida, una lotta, una battaglia difficile che va eseguita a carte scoperte, senza barare, alla luce del sole. Così come il non amare più. Anche nel calcio. Soprattutto quando a strimpellare le corde delle intermittenze del cuore è quello verso la propria squadra del cuore. In questi casi non vengono ammessi espedienti, sotterfugi, imbrogli e doppie facce. Quello che mi sembra ancora in vita, sia pur a stento, in modo sincero in questa Italia stramba zeppa di ansie giustizialiste, di bagarre politica, ma anche forellato da stupido odio razziale - vedete cari amici tifosi - è proprio l'amore. In fondo, anche qui, a Bari, sopravvive l'amore, una città contraddittoria, capace di male e di bene, ma anche d'amore. L'amore, non solo fisico per le persone amate, per la propria città, per le proprie eccellenze spesso lasciate colpevolmente ad inrughire come Madame Bovary davanti allo specchio, l'amore per la propria storia e per i suoi millenari risvolti, è l'unico esorcismo, l'unico ritardo che il popolo, i tifosi, e non, può vantare nei confronti di tutto ciò che va male o tutto ciò che non rende come dovrebbe. Il corpo, l'anima, la mente, il cuore, gli umori son tutte parti essenziali, aristoteliche dell'amore e, dunque, vanno tutti ricordati, descritti spudoratamente perché il pudore nel non enunciarli è solo un luogo comune tipicamente ed ipocritamente italiota. Solo chi li nomina può avere una tenerezza infinita per una persona, per qualcosa, per un cane o per qualcuno. O per la propria squadra di calcio.
Buon Natale a tutti i miei amici tifosi del Bari, colleghi giornalisti, addetti ai lavori, alla squadra, ai dirigenti e ai tecnici del Bari.
Massimo Longo
Buon Natale a tutti i miei amici tifosi del Bari, colleghi giornalisti, addetti ai lavori, alla squadra, ai dirigenti e ai tecnici del Bari.
Massimo Longo