[size=48]Bari - Antonio Conte lo volle a Bari per farne il partner perfetto di Barreto e aumentare i giri nella scalata verso la serie A. E lui un annetto fa, ha restituito la visita al suo ex allenatore presentandosi a sorpresa alla conferenza stampa di Lazio-Inter e ponendo una domanda come fosse un qualsiasi giornalista. Vitali Kutuzov è proprio così: imprevedibile come quando in campo vedeva tracce che solo chi possiede una spiccata sensibilità nel gioco può immaginare. Spiritoso e ricco di interessi: non a caso, terminata la carriera da calciatore, si è reinventato portiere di hockey sul ghiaccio.[/size]
[size=48]Così come a Bari (51 presenze e sette reti dal 2009 al 2012), il «generale», come lo chiamavano i tifosi, coltivava svariate passioni: seguiva gli spettacoli del Teatro Petruzzelli e imparò l’arte della focaccia. «Chissà se con quel blitz in sala stampa, ho portato fortuna al mister: secondo me l’Inter avrebbe potuto vincere lo scudetto già lo scorso anno. Il successo appena ottenuto è stata la logica evoluzione di un lavoro già impostato», analizza Vitali che sta trascorrendo qualche giorno in Italia, in Lombardia.[/size]
[size=33]Kutuzov e Conte: che rapporto si è instaurato?[/size]
[size=48]«Il mister mi volle nel Bari: mi rilanciò in un frangente delicato della mia carriera e mi rese protagonista della meravigliosa promozione del 2009 che resta una delle emozioni più belle della mia carriera. È un uomo dotato di una cultura del lavoro rara: è severo, ma la sua determinazione feroce diventa uno stimolo. Se lo segui, sai che arriverai al risultato».[/size]
[size=33]A Bari ebbe già l’impressione che Conte potesse diventare tra gli allenatori più vincenti in Italia?[/size]
[size=48]«Basta vedere il nostro cammino per capire che lui aveva costruito qualcosa di speciale. Ma nel tempo è ulteriormente maturato: è diventato ancor più elastico nell’adattare il materiale a disposizione alle sue idee, si è confrontato con ambienti molto diversi tra loro. Per un uomo che ha vissuto tanta Juve, accettare di portare l’Inter al successo è forse la più coraggiosa delle sfide. Ha centrato l’obiettivo in tempi brevi: per vincere occorre pazienza».[/size]
[size=33]La stessa che devono avere adesso i tifosi del Bari?[/size]
[size=48]«È un po’ diverso. È difficile vedere una piazza di tali dimensioni in serie C: bisogna uscirne il prima possibile. Ma il Bari può guardare con fiducia al futuro: ora ha una società solida ed ambiziosa alle spalle. Certo, sono stati commessi alcuni errori: chi la vede da fuori e guarda i due ribaltoni in panchina o l’esonero del direttore sportivo può pensare che non ci sia chiarezza. Io, invece, penso che il club abbia voluto percorrere ogni strada per vincere. Forse si è sbagliato proprio per la troppa foga di raggiungere il risultato».[/size]
[size=33]Ma dopo un anno così tribolato si può pensare a vincere i playoff?[/size]
[size=48]«L’ordine è provarci con tutte le forze. Non ci sono alibi: la squadra ha qualità e non è inferiore nessuno. Certo, chi parte in posizioni migliori ha qualche benefit in più, ma il Bari può battere chiunque. Bisogna crederci fino alla fine».[/size]
[size=33]Bari tappa nei viaggi di Kutuzov?[/size]
[size=48]«Spostarsi con la pandemia non è facile: io vengo spesso in Italia per lavoro, ma faccio base in Russia per l’hockey. Ma facciamo così: se i Galletti centrano un’impresa, farò di tutto per esserci. In fondo, Bari è ancora più bella d’estate».[/size]
GdM - Davide Lattanzi
[size=48]Così come a Bari (51 presenze e sette reti dal 2009 al 2012), il «generale», come lo chiamavano i tifosi, coltivava svariate passioni: seguiva gli spettacoli del Teatro Petruzzelli e imparò l’arte della focaccia. «Chissà se con quel blitz in sala stampa, ho portato fortuna al mister: secondo me l’Inter avrebbe potuto vincere lo scudetto già lo scorso anno. Il successo appena ottenuto è stata la logica evoluzione di un lavoro già impostato», analizza Vitali che sta trascorrendo qualche giorno in Italia, in Lombardia.[/size]
[size=33]Kutuzov e Conte: che rapporto si è instaurato?[/size]
[size=48]«Il mister mi volle nel Bari: mi rilanciò in un frangente delicato della mia carriera e mi rese protagonista della meravigliosa promozione del 2009 che resta una delle emozioni più belle della mia carriera. È un uomo dotato di una cultura del lavoro rara: è severo, ma la sua determinazione feroce diventa uno stimolo. Se lo segui, sai che arriverai al risultato».[/size]
[size=33]A Bari ebbe già l’impressione che Conte potesse diventare tra gli allenatori più vincenti in Italia?[/size]
[size=48]«Basta vedere il nostro cammino per capire che lui aveva costruito qualcosa di speciale. Ma nel tempo è ulteriormente maturato: è diventato ancor più elastico nell’adattare il materiale a disposizione alle sue idee, si è confrontato con ambienti molto diversi tra loro. Per un uomo che ha vissuto tanta Juve, accettare di portare l’Inter al successo è forse la più coraggiosa delle sfide. Ha centrato l’obiettivo in tempi brevi: per vincere occorre pazienza».[/size]
[size=33]La stessa che devono avere adesso i tifosi del Bari?[/size]
[size=48]«È un po’ diverso. È difficile vedere una piazza di tali dimensioni in serie C: bisogna uscirne il prima possibile. Ma il Bari può guardare con fiducia al futuro: ora ha una società solida ed ambiziosa alle spalle. Certo, sono stati commessi alcuni errori: chi la vede da fuori e guarda i due ribaltoni in panchina o l’esonero del direttore sportivo può pensare che non ci sia chiarezza. Io, invece, penso che il club abbia voluto percorrere ogni strada per vincere. Forse si è sbagliato proprio per la troppa foga di raggiungere il risultato».[/size]
[size=33]Ma dopo un anno così tribolato si può pensare a vincere i playoff?[/size]
[size=48]«L’ordine è provarci con tutte le forze. Non ci sono alibi: la squadra ha qualità e non è inferiore nessuno. Certo, chi parte in posizioni migliori ha qualche benefit in più, ma il Bari può battere chiunque. Bisogna crederci fino alla fine».[/size]
[size=33]Bari tappa nei viaggi di Kutuzov?[/size]
[size=48]«Spostarsi con la pandemia non è facile: io vengo spesso in Italia per lavoro, ma faccio base in Russia per l’hockey. Ma facciamo così: se i Galletti centrano un’impresa, farò di tutto per esserci. In fondo, Bari è ancora più bella d’estate».[/size]
GdM - Davide Lattanzi