“Se non puoi vincere, assicurati di non perdere”. Sta proprio nella frase celebre di Joahan Cruyff la chiave di lettura della sconfitta subita dai biancorossi e dall’occasione persa per allungare in classifica sulle dirette concorrenti.
Quando le partite nascondono delle insidie come quella giocata con il Messina, con 9 punti di vantaggio sulle seconde, e con tutti i risultati a sfavore delle inseguitrici, ci si può accontentare anche del punto e così non è stato. Il Bari è caduto proprio nella trappola del Messina subendo una ripartenza che ha causato il gol dello svantaggio.
Una gara interpretata dall’allenatore Ezio Raciti e dai suoi uomini in modo magistrale sotto tutti i punti di vista: tecnico, tattico e caratteriale. Al di là dei meriti dell’avversario che vanno sicuramente riconosciuti, il Bari del girone di ritorno ha evidenziato alcuni aspetti che vanno sicuramente approfonditi e che ci fanno capire meglio come sia maturata questa sconfitta. Le assenze di due uomini chiave come Botta nella trequarti e Paponi come partner ideale d’attacco di Mirco Antenucci denotano una maggiore difficoltà nel costruire trame offensive ed occasioni da rete. Non dimentichiamo inoltre il dinamismo di Mallamo anche lui assente per infortunio.
La condizione fisica generale della squadra non è ottimale, manca la lucidità e la brillantezza. Il fraseggio ed il possesso palla è lento ed il più delle volte prevedibile. I cambi di ruolo di Maita e D’Errico non convincono e tutto il centrocampo ne sta risentendo. Una difesa esperta come quella dei biancorossi non può farsi trovare impreparata come nell'occasione dell'1 a 1.
Il Bari del girone d’andata era una squadra rodata e anche chi entrava dalla panchina riusciva a fare la differenza. A mister Mignani il compito di tenere compatto il gruppo e trovare le giuste soluzioni al fine di riprendere il cammino vincente già dalla prossima trasferta di Monopoli.
di Massimiliano Ranieri
fonte tuttobari.com
Quando le partite nascondono delle insidie come quella giocata con il Messina, con 9 punti di vantaggio sulle seconde, e con tutti i risultati a sfavore delle inseguitrici, ci si può accontentare anche del punto e così non è stato. Il Bari è caduto proprio nella trappola del Messina subendo una ripartenza che ha causato il gol dello svantaggio.
Una gara interpretata dall’allenatore Ezio Raciti e dai suoi uomini in modo magistrale sotto tutti i punti di vista: tecnico, tattico e caratteriale. Al di là dei meriti dell’avversario che vanno sicuramente riconosciuti, il Bari del girone di ritorno ha evidenziato alcuni aspetti che vanno sicuramente approfonditi e che ci fanno capire meglio come sia maturata questa sconfitta. Le assenze di due uomini chiave come Botta nella trequarti e Paponi come partner ideale d’attacco di Mirco Antenucci denotano una maggiore difficoltà nel costruire trame offensive ed occasioni da rete. Non dimentichiamo inoltre il dinamismo di Mallamo anche lui assente per infortunio.
La condizione fisica generale della squadra non è ottimale, manca la lucidità e la brillantezza. Il fraseggio ed il possesso palla è lento ed il più delle volte prevedibile. I cambi di ruolo di Maita e D’Errico non convincono e tutto il centrocampo ne sta risentendo. Una difesa esperta come quella dei biancorossi non può farsi trovare impreparata come nell'occasione dell'1 a 1.
Il Bari del girone d’andata era una squadra rodata e anche chi entrava dalla panchina riusciva a fare la differenza. A mister Mignani il compito di tenere compatto il gruppo e trovare le giuste soluzioni al fine di riprendere il cammino vincente già dalla prossima trasferta di Monopoli.
di Massimiliano Ranieri
fonte tuttobari.com