Una vittoria in trasferta indimenticabile, che suscita ancora oggi emozione nei supporter biancorossi. Stiamo parlando del blitz che, l’8 febbraio 1984, esattamente 38 anni fa, il Bari mise a segno in Coppa Italia, nel match d’andata degli ottavi di finale della competizione, quando batté a domicilio la Juventus di Paolo Rossi, Tardelli, Platini e Boniek.
I galletti, allora militanti in serie C con Bolchi in panchina, si erano qualificati a quell’appuntamento di prestigio dopo aver passato da secondi un girone di qualificazione di ferro, con gli stessi bianconeri torinesi, Lazio, Catanzaro, Perugia e Taranto.
Il sorteggio, beffardo, mise i pugliesi nuovamente di fronte alla superpotenza del calcio italiano dell’epoca, capace, quello stesso anno, di vincere il massimo campionato e la Coppa delle Coppe. Ben poche chance venivano date a Cavasin e compagni, che invece sorpresero la truppa di Trapattoni, sicura di avere la meglio viste le due categorie di differenza.
Ma, dopo 28 minuti di gioco, a spezzare l’equilibrio nel punteggio furono proprio i pugliesi, con Messina lesto a battere Tacconi su un lancio in profondità proprio di Cavasin. Al 65’ arrivò il pari dei padroni di casa, con il compianto Gaetano Scirea bravo a sfruttare un bell’assist di Platini ed a trafiggere Paolo Conti. La sorte dei baresi sembrò segnata, con la squadra del Trap convinta di poter ribaltare completamente il risultato.
Invece, al 90’ un gran pallone rasoterra in area di Cuccovillo venne ben sfruttato da Lopez, che infilò l’estremo difensore di casa. Il Bari trionfò per 2-1 a Torino, ed al ritorno firmò una grande impresa anche al "Della Vittoria", costringendo i bianconeri sul 2-2, grazie ad un rigore ancora di Lopez, a pochi istanti dalla fine.
Passaggio del turno, insomma, appannaggio dei pugliesi, che sorpresero, nei quarti, anche la Fiorentina di Passarella ed Antognoni, battuta 2-1 sia all’andata sia al ritorno. A fermare la cavalcata degli uomini di Bolchi, che a fine stagione centrarono la promozione in B, fu il Verona di Bagnoli, in semifinale. Il trofeo andò, poi, alla Roma, che ebbe la meglio sugli scaligeri.
di Giovanni Gaudenzi
fonte tuttobari.com
I galletti, allora militanti in serie C con Bolchi in panchina, si erano qualificati a quell’appuntamento di prestigio dopo aver passato da secondi un girone di qualificazione di ferro, con gli stessi bianconeri torinesi, Lazio, Catanzaro, Perugia e Taranto.
Il sorteggio, beffardo, mise i pugliesi nuovamente di fronte alla superpotenza del calcio italiano dell’epoca, capace, quello stesso anno, di vincere il massimo campionato e la Coppa delle Coppe. Ben poche chance venivano date a Cavasin e compagni, che invece sorpresero la truppa di Trapattoni, sicura di avere la meglio viste le due categorie di differenza.
Ma, dopo 28 minuti di gioco, a spezzare l’equilibrio nel punteggio furono proprio i pugliesi, con Messina lesto a battere Tacconi su un lancio in profondità proprio di Cavasin. Al 65’ arrivò il pari dei padroni di casa, con il compianto Gaetano Scirea bravo a sfruttare un bell’assist di Platini ed a trafiggere Paolo Conti. La sorte dei baresi sembrò segnata, con la squadra del Trap convinta di poter ribaltare completamente il risultato.
Invece, al 90’ un gran pallone rasoterra in area di Cuccovillo venne ben sfruttato da Lopez, che infilò l’estremo difensore di casa. Il Bari trionfò per 2-1 a Torino, ed al ritorno firmò una grande impresa anche al "Della Vittoria", costringendo i bianconeri sul 2-2, grazie ad un rigore ancora di Lopez, a pochi istanti dalla fine.
Passaggio del turno, insomma, appannaggio dei pugliesi, che sorpresero, nei quarti, anche la Fiorentina di Passarella ed Antognoni, battuta 2-1 sia all’andata sia al ritorno. A fermare la cavalcata degli uomini di Bolchi, che a fine stagione centrarono la promozione in B, fu il Verona di Bagnoli, in semifinale. Il trofeo andò, poi, alla Roma, che ebbe la meglio sugli scaligeri.
di Giovanni Gaudenzi
fonte tuttobari.com