Un giovane talento davvero sfortunato. Stiamo parlando di Vito Curlo, di ruolo trequartista, nato a Fasano il 18 aprile 1961. Lo stadio della sua città, oggi, porta il suo nome. Ma anche nella storia del Bari il suo fugace passaggio ha lasciato una traccia importante.
Dopo un’infanzia trascorsa in Svizzera al seguito dei suoi genitori, il giovane Vito tornò nel suo paese natale nel 1976, frequentando la scuola e cominciando quella che prometteva di essere una brillante carriera con i colori della squadra cittadina, in D. L’esordio tra i dilettanti con una rete al Martina, ed il buon rendimento, dopo ottime prestazioni anche a livello giovanile, attirano su di lui le attenzioni di molti club. Curlo nel 1979 si trasferì al Bisceglie, sempre in quarta serie, seguendo il suo mentore in panchina, Giovanni Campari.
Nell’estate del 1980, fu proprio il Bari di Antonio Matarrese ad acquistarlo, firmando un assegno da 100 milioni di lire. Ed il ragazzo mantenne le promesse, venendo convocato più volte in prima squadra da mister Antonio Renna e finendo per esordire in B il 26 aprile 1981, sostituendo Aldo Serena sul finire di un Bari-Varese terminato 2-1.
Ed anche a livello giovanile le sue giocate contribuirono alle fortune biancorosse, conducendo la Primavera alla vittoria della Coppa Italia di categoria, con il Milan battuto 2-0 in finale il 14 giugno 1981. In quella formazione, gente come Ronzani, Terracenere, Giusto, Armenise, Caricola, Nicassio, Armenise e Cuccovillo, a creare le premesse di quella che sarebbe stata, nella stagione seguente, l’epoea in cadetteria del “Bari dei baresi” di Catuzzi, nel frattempo divenuto allenatore della prima squadra al posto di Renna.
Curlo, però, non vide mai quelle vicende, perché, il 30 giugno 1981, appena due settimane dopo la vittoria della Berretti nel trofeo nazionale, trovò la morte finendo contro un muretto con la sua Golf sulle strade di casa, nei pressi di Monopoli. Tutto il Bari partecipò ai funerali di quello che avrebbe potuto essere un grande campione.
di Giovanni Gaudenzi
fonte tuttobari.com
Dopo un’infanzia trascorsa in Svizzera al seguito dei suoi genitori, il giovane Vito tornò nel suo paese natale nel 1976, frequentando la scuola e cominciando quella che prometteva di essere una brillante carriera con i colori della squadra cittadina, in D. L’esordio tra i dilettanti con una rete al Martina, ed il buon rendimento, dopo ottime prestazioni anche a livello giovanile, attirano su di lui le attenzioni di molti club. Curlo nel 1979 si trasferì al Bisceglie, sempre in quarta serie, seguendo il suo mentore in panchina, Giovanni Campari.
Nell’estate del 1980, fu proprio il Bari di Antonio Matarrese ad acquistarlo, firmando un assegno da 100 milioni di lire. Ed il ragazzo mantenne le promesse, venendo convocato più volte in prima squadra da mister Antonio Renna e finendo per esordire in B il 26 aprile 1981, sostituendo Aldo Serena sul finire di un Bari-Varese terminato 2-1.
Ed anche a livello giovanile le sue giocate contribuirono alle fortune biancorosse, conducendo la Primavera alla vittoria della Coppa Italia di categoria, con il Milan battuto 2-0 in finale il 14 giugno 1981. In quella formazione, gente come Ronzani, Terracenere, Giusto, Armenise, Caricola, Nicassio, Armenise e Cuccovillo, a creare le premesse di quella che sarebbe stata, nella stagione seguente, l’epoea in cadetteria del “Bari dei baresi” di Catuzzi, nel frattempo divenuto allenatore della prima squadra al posto di Renna.
Curlo, però, non vide mai quelle vicende, perché, il 30 giugno 1981, appena due settimane dopo la vittoria della Berretti nel trofeo nazionale, trovò la morte finendo contro un muretto con la sua Golf sulle strade di casa, nei pressi di Monopoli. Tutto il Bari partecipò ai funerali di quello che avrebbe potuto essere un grande campione.
di Giovanni Gaudenzi
fonte tuttobari.com