14 FEBBRAIO 2014, QUANDO LA TIFOSERIA BARESE SFILO' IN CORTEO PER SALVARE IL CLUB DAL FALLIMENTO
di Giosè Monno
"Esattamente dieci anni fa la tifoseria sflilava in corteo come forma di protesta nei confronti della proprietà dei Matarrese".
Niente cenette a lume di candela, fiori e cioccolatini. Quel San Valentino barese fu caratterizzato dalla bellissima testimonianza d'amore nei confronti della squadra del cuore. Nonostante ci fossero solo 200 supporter (per l'orario lavorativo) la manifestazione si rivelò un grande successo.
Era un pomeriggio del 14 febbraio del 2014, giorno di San Valentino, quando la tifoseria biancorossa per salvare il club ormai verso il fallimento decise di scendere in piazza raggiungendo pacificamente il tribunale.
I supporter partiti dalla centrale piazza Garibaldi marciarono in corteo lungo via Crispi, con bandiere, fumogeni, cori contro la famiglia Matarrese e il sindaco (oggi presidente della Regione Puglia) Michele Emiliano e un enorme striscione bianco con scritta nera "Bari merita rispetto". Raggiunto la sede del tribunale civile di piazza De Nicola, un grande striscione sulla recinzione: "Articolo 7 L. F. = vi risulta qualcuno in stato di insolvenza?".
C'è chi accusa la piazza barese di non aver mai mosso un dito per amore della squadra, eppure in quel lontano 14 febbraio i supporter si radunarono per chiedere l'avvio delle procedure per il fallimento dell'As Bari, per cercare di salvare il titolo sportivo, che poi avvenne qualche settimana dopo.
In classifica quel febbraio 14 i biancorossi erano messi davvero male, il rischio retrocessione con il conseguente fallimento era dietro l'angolo. La fine del calcio a Bari era sempre più concreta.
Quello stesso anno la stagione si chiuse con il doppio pareggio in semifinale play-off a Latina, con lo stadio che tonrava a riempirsi dopo anni di diserzione e con la nuova proprietà.
Sembra di essere tornati indietro nel tempo, anche se i problemi sono diversi. C'è chi ripropone la diserzione, chi contesta, chi chiede di stare vicini alla squadra. Tutti sentimenti rispettabili e condivisibili.
Quello che conta è "provare qualcosa" perchè quando il tifoso barese tratterà la squadra con indifferenza e menefreghismo, sarà la fine del calcio a Bari.
di Giosè Monno
"Esattamente dieci anni fa la tifoseria sflilava in corteo come forma di protesta nei confronti della proprietà dei Matarrese".
Niente cenette a lume di candela, fiori e cioccolatini. Quel San Valentino barese fu caratterizzato dalla bellissima testimonianza d'amore nei confronti della squadra del cuore. Nonostante ci fossero solo 200 supporter (per l'orario lavorativo) la manifestazione si rivelò un grande successo.
Era un pomeriggio del 14 febbraio del 2014, giorno di San Valentino, quando la tifoseria biancorossa per salvare il club ormai verso il fallimento decise di scendere in piazza raggiungendo pacificamente il tribunale.
I supporter partiti dalla centrale piazza Garibaldi marciarono in corteo lungo via Crispi, con bandiere, fumogeni, cori contro la famiglia Matarrese e il sindaco (oggi presidente della Regione Puglia) Michele Emiliano e un enorme striscione bianco con scritta nera "Bari merita rispetto". Raggiunto la sede del tribunale civile di piazza De Nicola, un grande striscione sulla recinzione: "Articolo 7 L. F. = vi risulta qualcuno in stato di insolvenza?".
C'è chi accusa la piazza barese di non aver mai mosso un dito per amore della squadra, eppure in quel lontano 14 febbraio i supporter si radunarono per chiedere l'avvio delle procedure per il fallimento dell'As Bari, per cercare di salvare il titolo sportivo, che poi avvenne qualche settimana dopo.
In classifica quel febbraio 14 i biancorossi erano messi davvero male, il rischio retrocessione con il conseguente fallimento era dietro l'angolo. La fine del calcio a Bari era sempre più concreta.
Quello stesso anno la stagione si chiuse con il doppio pareggio in semifinale play-off a Latina, con lo stadio che tonrava a riempirsi dopo anni di diserzione e con la nuova proprietà.
Sembra di essere tornati indietro nel tempo, anche se i problemi sono diversi. C'è chi ripropone la diserzione, chi contesta, chi chiede di stare vicini alla squadra. Tutti sentimenti rispettabili e condivisibili.
Quello che conta è "provare qualcosa" perchè quando il tifoso barese tratterà la squadra con indifferenza e menefreghismo, sarà la fine del calcio a Bari.