Umiliato, disintegrato e annichilito sotto tutti i punti di vista dall'Empoli di Andreazzoli. Il Bari di Grosso vive un pomeriggio da incubo. Forse la prima vera partita in cui c'è tutto da archiviare. Non si può salvare niente. Dalle scelte iniziali del tecnico biancorosso alle scelte a partita in corso, terminando con le dichiarazioni post-gara. È un pomeriggio da dimenticare assolutamente se si vuole riprendere a correre.
Un Bari sperimentale in un match decisivo. Sembra un paradosso ma è così. Grosso ha rispolverato la difesa a tre dopo diverse settimane ma soprattutto dopo prestazioni tutto sommato positive della difesa a quattro. Peraltro, schierando una difesa assolutamente inedita: Oikonomou-Gyomber-Diakitè. Una scelta che si è rivelata errata già dopo pochi minuti. A queste scelte si aggiunge l'esordio del giovane Liam Henderson, alla sua prima in Italia e in Serie B; anche Improta a 'tutta fascia' sulla sinistra ha dimostrato di soffrire le offensive dei toscani e di essere poi poco lucido quando c'era da puntare l'avversario. La scelta più disastrosa però è stata rappresentata dallo spostamento di Marrone a centrocampo: Grosso ha spiegato di aver provato ad arginare i movimenti del trequartista avversario Zajc, sbagliando completamente mossa. Lo sloveno ha scherzato con Marrone sin dai primi minuti: l'ex Juve non ha- e forse non ha più- il passo per muovere i fili della squadra nella zona più importante del campo. Scortato tra l'altro da Petriccione, Henderson e Brienza: nessuno di questi svolge interdizione a centrocampo e i biancorossi hanno maledettamente sofferto le incursioni centrali. La gara del San Nicola ha dimostrato, se mai ce ne fosse, il bisogno che Ciccio Brienza- soprattutto in questi match- dal primo minuto non riesce più a fare la differenza: perché ostinarsi? Tante le domande, poche le risposte.
Un capitolo a parte lo merita Cristian Galano. Si può rinunciare al calciatore con più reti all'attivo in rosa nel match più importante? Ieri abbiamo scoperto di si. Motivo? 'Scelta tecnica', parola di Fabio Grosso. C'è già chi parla di screzi e di problemini tra i due, una cosa è certa: l'esclusione di Galano non può essere una scelta tecnica. Ad avvalorare questa tesi ci ha pensato il proseguo della gara e le 'non sostituzioni' del mister ex Juve Primavera: Cristian Galano perennemente seduto in panchina. Trovare una collocazione tattica al calciatore più decisivo della squadra dovrebbe essere la base per costruire una formazione vincente, invece ieri il Bari ha deciso di privarsene. E il risultato non ha dato certo ragione alle scelte. E sostenere che 'altre scelte non avrebbero cambiato il risultato' è il manifesto dell'arroganza che dopo una sconfitta per 4-0 in casa non può essere ammessa. Da nessuno. Dai tifosi, che ovviamente hanno messo sul banco degli imputati Fabio Grosso, ma anche dalla società e dal direttore sportivo Sean Sogliano.
Ora la società dimostri di essere matura. Gli ultimi anni sono stati un susseguirsi di tecnici e di calciatori in casa Bari. Il motivo è ancora ignoto ma sicuramente è da ricercare nella solidità di una società che non sempre è riuscita a compattare un ambiente troppo fragile, sin dai tempi della gestione Paparesta. Ora Sean Sogliano deve raccogliere i cocci dopo una sconfitta troppo brutta per essere vera, guardare negli occhi Fabio Grosso e ripartire. Qualcosa si è spento in casa biancorossa: manca il gol dalla trasferta di Perugia, manca la vittoria interna dal derby contro il Foggia (26 novembre) e manca la vittoria da oltre un mese. Numeri impietosi per un Bari in caduta libera. Sogliano deve essere bravo a non far franare una squadra che sino a qualche settimana fa sembrava disegnata e costruita perfettamente. E non sarà il mercato a cambiare volto alla rosa ma sarà la capacità di ricompattare un ambiente in cui qualche ingranaggio si è evidentemente rotto.
di Davide Abrescia
fonte tuttocalciopuglia.com
Un Bari sperimentale in un match decisivo. Sembra un paradosso ma è così. Grosso ha rispolverato la difesa a tre dopo diverse settimane ma soprattutto dopo prestazioni tutto sommato positive della difesa a quattro. Peraltro, schierando una difesa assolutamente inedita: Oikonomou-Gyomber-Diakitè. Una scelta che si è rivelata errata già dopo pochi minuti. A queste scelte si aggiunge l'esordio del giovane Liam Henderson, alla sua prima in Italia e in Serie B; anche Improta a 'tutta fascia' sulla sinistra ha dimostrato di soffrire le offensive dei toscani e di essere poi poco lucido quando c'era da puntare l'avversario. La scelta più disastrosa però è stata rappresentata dallo spostamento di Marrone a centrocampo: Grosso ha spiegato di aver provato ad arginare i movimenti del trequartista avversario Zajc, sbagliando completamente mossa. Lo sloveno ha scherzato con Marrone sin dai primi minuti: l'ex Juve non ha- e forse non ha più- il passo per muovere i fili della squadra nella zona più importante del campo. Scortato tra l'altro da Petriccione, Henderson e Brienza: nessuno di questi svolge interdizione a centrocampo e i biancorossi hanno maledettamente sofferto le incursioni centrali. La gara del San Nicola ha dimostrato, se mai ce ne fosse, il bisogno che Ciccio Brienza- soprattutto in questi match- dal primo minuto non riesce più a fare la differenza: perché ostinarsi? Tante le domande, poche le risposte.
Un capitolo a parte lo merita Cristian Galano. Si può rinunciare al calciatore con più reti all'attivo in rosa nel match più importante? Ieri abbiamo scoperto di si. Motivo? 'Scelta tecnica', parola di Fabio Grosso. C'è già chi parla di screzi e di problemini tra i due, una cosa è certa: l'esclusione di Galano non può essere una scelta tecnica. Ad avvalorare questa tesi ci ha pensato il proseguo della gara e le 'non sostituzioni' del mister ex Juve Primavera: Cristian Galano perennemente seduto in panchina. Trovare una collocazione tattica al calciatore più decisivo della squadra dovrebbe essere la base per costruire una formazione vincente, invece ieri il Bari ha deciso di privarsene. E il risultato non ha dato certo ragione alle scelte. E sostenere che 'altre scelte non avrebbero cambiato il risultato' è il manifesto dell'arroganza che dopo una sconfitta per 4-0 in casa non può essere ammessa. Da nessuno. Dai tifosi, che ovviamente hanno messo sul banco degli imputati Fabio Grosso, ma anche dalla società e dal direttore sportivo Sean Sogliano.
Ora la società dimostri di essere matura. Gli ultimi anni sono stati un susseguirsi di tecnici e di calciatori in casa Bari. Il motivo è ancora ignoto ma sicuramente è da ricercare nella solidità di una società che non sempre è riuscita a compattare un ambiente troppo fragile, sin dai tempi della gestione Paparesta. Ora Sean Sogliano deve raccogliere i cocci dopo una sconfitta troppo brutta per essere vera, guardare negli occhi Fabio Grosso e ripartire. Qualcosa si è spento in casa biancorossa: manca il gol dalla trasferta di Perugia, manca la vittoria interna dal derby contro il Foggia (26 novembre) e manca la vittoria da oltre un mese. Numeri impietosi per un Bari in caduta libera. Sogliano deve essere bravo a non far franare una squadra che sino a qualche settimana fa sembrava disegnata e costruita perfettamente. E non sarà il mercato a cambiare volto alla rosa ma sarà la capacità di ricompattare un ambiente in cui qualche ingranaggio si è evidentemente rotto.
di Davide Abrescia
fonte tuttocalciopuglia.com