Continuo qui i miei racconti...
Come gia’ detto precedentemente, all’indomani della retrocessione in serie C, in citta’ si respirava un’aria strana, un misto di delusione e grandissimo amore verso il nostro Bari , con una voglia di ricominciare quanto prima a riempire il Della Vittoria per spingere la squadra ad una risalita veloce e senza problemi.
E questo avvenne, in quanto il presidente V. Matarrese, succeduto al fratello Antonio, allesti’ una formazione degna di un campionato duro, faticoso e lungo, ed affido’ la squadra a Mister “Maciste” Bolchi, la direzione sportiva a F. Janich, ed il centrocampo ad un barese doc, “il faro” Toto’ Lopez, che finalmente poteva pregiarsi di giocare nella squadra della sua citta’.
Si sfoltisce molto la rosa, vendendo i pezzi da 90, ed acquistando giocatori adatti alla categoria, come Cavasin (terzino dai piedi cattivi ma dal grande temperamento), i due attaccanti Galluzzo e Messina, il portiere Conti, ed affidando la difesa ai baresi de Trizio e Loseto.
Il campionato non fu facile, come previsto, ma il Bari domino’ , giungendo al primo posto, ma di quella stagione, il ricordo piu’ bello ed emozionante, arrivo’ dalla Coppa Italia.
Agli ottavi di finale, era l’8 febbraio 1984, di mercoledi (per la cronaca avevo 15 anni), ci tocca dover affrontare la Juventus, piena zeppa di campioni, ed era considerata una partita impossibile, e l’unico modo per seguirla era la radiolina.
Il Bari passa in vantaggio con un gol di Messina, la Juventus pareggia con Scirea, e nei minuti di recupero, quando gia’ pregustavamo un bello ed inaspettato pareggio, in casa della squadra piu’ forte d’Europa in quel momento, un lancio di Cuccovillo manda in rete Lopez. Io e mio padre, in realta’, non riuscivamo a capire cosa fosse successo, perche’ Michele Salomone, probabilmente, fece cascare tutta la sua attrezzatura. Quando riprese il collegamento, dopo qualche minuto (fu bravissimo), la sua gioia era incontenibile ,ovviamente, cosi’ come la nostra.
Al ritorno, che si gioca il 22 febbraio, con 40000 spettatori al Della Vittoria, il Bari vinse ancora per 2-1, con due rigori Di Messina e Lopez, passo’ al successivo turno, e fece ritornare allo stadio gente che aveva rinunciato, perche’ delusa dalla retrocessione. E da allora, fino a fine campionato, posso assicurare che lo stadio era sempre pieno, anche perche’ era l’unico modo (e lo e’ tutt’oggi) per vivere emozioni dal vivo.
Era anche bello seguire le partite in radio, quando il cronista ti faceva immaginare tutto con la descrizione dei fatti. Almeno io provavo emozioni diverse, rispetto al calcio moderno,dove conta solo il business ed il marketing.
F.Lavopa
Come gia’ detto precedentemente, all’indomani della retrocessione in serie C, in citta’ si respirava un’aria strana, un misto di delusione e grandissimo amore verso il nostro Bari , con una voglia di ricominciare quanto prima a riempire il Della Vittoria per spingere la squadra ad una risalita veloce e senza problemi.
E questo avvenne, in quanto il presidente V. Matarrese, succeduto al fratello Antonio, allesti’ una formazione degna di un campionato duro, faticoso e lungo, ed affido’ la squadra a Mister “Maciste” Bolchi, la direzione sportiva a F. Janich, ed il centrocampo ad un barese doc, “il faro” Toto’ Lopez, che finalmente poteva pregiarsi di giocare nella squadra della sua citta’.
Si sfoltisce molto la rosa, vendendo i pezzi da 90, ed acquistando giocatori adatti alla categoria, come Cavasin (terzino dai piedi cattivi ma dal grande temperamento), i due attaccanti Galluzzo e Messina, il portiere Conti, ed affidando la difesa ai baresi de Trizio e Loseto.
Il campionato non fu facile, come previsto, ma il Bari domino’ , giungendo al primo posto, ma di quella stagione, il ricordo piu’ bello ed emozionante, arrivo’ dalla Coppa Italia.
Agli ottavi di finale, era l’8 febbraio 1984, di mercoledi (per la cronaca avevo 15 anni), ci tocca dover affrontare la Juventus, piena zeppa di campioni, ed era considerata una partita impossibile, e l’unico modo per seguirla era la radiolina.
Il Bari passa in vantaggio con un gol di Messina, la Juventus pareggia con Scirea, e nei minuti di recupero, quando gia’ pregustavamo un bello ed inaspettato pareggio, in casa della squadra piu’ forte d’Europa in quel momento, un lancio di Cuccovillo manda in rete Lopez. Io e mio padre, in realta’, non riuscivamo a capire cosa fosse successo, perche’ Michele Salomone, probabilmente, fece cascare tutta la sua attrezzatura. Quando riprese il collegamento, dopo qualche minuto (fu bravissimo), la sua gioia era incontenibile ,ovviamente, cosi’ come la nostra.
Al ritorno, che si gioca il 22 febbraio, con 40000 spettatori al Della Vittoria, il Bari vinse ancora per 2-1, con due rigori Di Messina e Lopez, passo’ al successivo turno, e fece ritornare allo stadio gente che aveva rinunciato, perche’ delusa dalla retrocessione. E da allora, fino a fine campionato, posso assicurare che lo stadio era sempre pieno, anche perche’ era l’unico modo (e lo e’ tutt’oggi) per vivere emozioni dal vivo.
Era anche bello seguire le partite in radio, quando il cronista ti faceva immaginare tutto con la descrizione dei fatti. Almeno io provavo emozioni diverse, rispetto al calcio moderno,dove conta solo il business ed il marketing.
F.Lavopa