Un po’ di chiarezza per i manipolatori delle verità.......
+++ l’esito dell’assemblea e la posizione dei due soci +++
(Aggiornamento delle 00:30 del 16 giugno 2018)
In attesa della pubblicazione del verbale dell’assemblea straordinaria dei soci, ecco cosa sarebbe avvenuto nelle stanze del notaio Labriola. Il socio di maggioranza Cosmo Giancaspro, che all’uscita dell’assise non ha voluto rilasciare dichiarazioni, nonostante sia stato incalzato dalle nostre domande, (‘Non dica fesserie, io merito rispetto’, ha risposto stizzito al nostro invito di parlare in segno di rispetto dei tanti tifosi che attendevano notizie) ha chiesto la sottoscrizione dell’aumento di capitale, fissando il termine di 15 giorni, come previsto dalla legge. L’operazione, secondo indiscrezioni, verrebbe completata attraverso alcuni versamenti in conto capitale già effettuati e i ricavi di alcuni movimenti di mercato, portando al minimo il capitale sociale. Secondo l’avvocato Biga, che ci ha messo la faccia al termine dell’assemblea, vi sarebbero già le risorse per adempiere alle prossime scadenze. Nessuna rassicurazione invece sull’ipotesi terribile di un fallimento, laddove nessuno procedesse alla ricapitalizzazione. Anche il socio di minoranza, Gianluca Paparesta, ha chiesto di poter sottoscrivere l’aumento di capitale, coprendo per intero le perdite con l’obiettivo, avrebbero riferito in assemblea i suoi legali, di garantire l’iscrizione della squadra al prossimo campionato entro i termini previsti e la continuità aziendale. Paparesta però avrebbe contestato i conti del Bari: secondo l’ex arbitro le perdite non sarebbero di 5,8 milioni, ma superiori di almeno tre milioni. Proprio per questo avrebbe chiesto di rideterminarle alla data odierna e non al 31 marzo, chiedendo la convocazione di una nuova assemblea per verificare alcune voci di bilancio che, secondo i suoi calcoli, non risulterebbero attendibili. L’avvocato Biga ha puntato il dito contro Paparesta per la richiesta di rinvio, spiegando il paradosso di un differimento rispetto all’istanza di messa in liquidazione della società. Lunedì prossimo infatti la ‘partita’ finanziaria proseguirà al Tribunale di Bari: in quella sede sarà necessario fornire le giuste garanzie per dimostrare di poter procedere all’aumento di capitale e all’azzeramento delle perdite. Ed entro il 26 giugno bisogna reperire 3,5 milioni per pagamento di stipendi e contributi dell’ultimo trimestre, atto propedeutico all’iscrizione al prossimo campionato. Il futuro del Bari resta quindi un’incognita.
+++ l’esito dell’assemblea e la posizione dei due soci +++
(Aggiornamento delle 00:30 del 16 giugno 2018)
In attesa della pubblicazione del verbale dell’assemblea straordinaria dei soci, ecco cosa sarebbe avvenuto nelle stanze del notaio Labriola. Il socio di maggioranza Cosmo Giancaspro, che all’uscita dell’assise non ha voluto rilasciare dichiarazioni, nonostante sia stato incalzato dalle nostre domande, (‘Non dica fesserie, io merito rispetto’, ha risposto stizzito al nostro invito di parlare in segno di rispetto dei tanti tifosi che attendevano notizie) ha chiesto la sottoscrizione dell’aumento di capitale, fissando il termine di 15 giorni, come previsto dalla legge. L’operazione, secondo indiscrezioni, verrebbe completata attraverso alcuni versamenti in conto capitale già effettuati e i ricavi di alcuni movimenti di mercato, portando al minimo il capitale sociale. Secondo l’avvocato Biga, che ci ha messo la faccia al termine dell’assemblea, vi sarebbero già le risorse per adempiere alle prossime scadenze. Nessuna rassicurazione invece sull’ipotesi terribile di un fallimento, laddove nessuno procedesse alla ricapitalizzazione. Anche il socio di minoranza, Gianluca Paparesta, ha chiesto di poter sottoscrivere l’aumento di capitale, coprendo per intero le perdite con l’obiettivo, avrebbero riferito in assemblea i suoi legali, di garantire l’iscrizione della squadra al prossimo campionato entro i termini previsti e la continuità aziendale. Paparesta però avrebbe contestato i conti del Bari: secondo l’ex arbitro le perdite non sarebbero di 5,8 milioni, ma superiori di almeno tre milioni. Proprio per questo avrebbe chiesto di rideterminarle alla data odierna e non al 31 marzo, chiedendo la convocazione di una nuova assemblea per verificare alcune voci di bilancio che, secondo i suoi calcoli, non risulterebbero attendibili. L’avvocato Biga ha puntato il dito contro Paparesta per la richiesta di rinvio, spiegando il paradosso di un differimento rispetto all’istanza di messa in liquidazione della società. Lunedì prossimo infatti la ‘partita’ finanziaria proseguirà al Tribunale di Bari: in quella sede sarà necessario fornire le giuste garanzie per dimostrare di poter procedere all’aumento di capitale e all’azzeramento delle perdite. Ed entro il 26 giugno bisogna reperire 3,5 milioni per pagamento di stipendi e contributi dell’ultimo trimestre, atto propedeutico all’iscrizione al prossimo campionato. Il futuro del Bari resta quindi un’incognita.