Può succedere che nell'arco di un campionato di calcio fortuna e sfortuna alla fine si compensino per cui potrebbero risultare ininfluenti ai fini del risultato finale. Ma quando all'appena giro di boa dal girone di andata al girone di ritorno ti ritrovi con 11 punti di distacco dalla prima (la Ternana), quando invece prevedevi all'inizio del campionato di essere tu, Bari, a guardare dall'alto tutte le altre contendenti, allora l'incidenza della fortuna e della sfiga è relativa. Le partite contro la Turris (in casa, finita 0-0) e contro il Teramo (terminata 2-1 per loro) sanno di sfiga nera per una serie di circostanze in cui la pallla calciata dai nostri giocatori non ha gonfiato la rete avversaria. A volte si guadagnano i tre punti con un colpo di culo o per uno stinco che devia la pallla in rete, nelle due partite su menzionate ciò non è successo (per es. un tiro indirizzato all'angolino da Antenucci era stato involontariamente stoppato da Marras), ma una squadra che ambisce a vincere un campionato non può appellarsi alla fortuna degli altri e alla propria sfortuna per giustificare gli 11 punti di distacco dalla prima in classifica. Evidentemente sono altri i motivi o le cause che hanno determinato il quasi fallimento di questo campionato ancora in corso di svolgimento. Una campagna acquisti ballerina, una campagna vendite inconcepibile, un modulo di gioco statico che non tiene conto delle caratteristiche dei giocatori a disposizione, delle squadre avversarie, dell'andamento delle gare, del fattore motivazionale, ecc. ecc.
Praticamente ci ritroviamo per il secondo anno consecutivo a piangerci addosso per le occasioni mancate, la sfortuna, il mercato sbagliato. Un vero peccato per il troppo danaro sprecato senza ottenere il risultato sperato.
Praticamente ci ritroviamo per il secondo anno consecutivo a piangerci addosso per le occasioni mancate, la sfortuna, il mercato sbagliato. Un vero peccato per il troppo danaro sprecato senza ottenere il risultato sperato.