Maggiore equilibrio nelle due fasi di gioco, meno errori, il carattere e la qualità dei leader, una ritrovata condizione fisica e il fattore S. Nicola: questa la ricetta di Antonio Di Gennaro, ex centrocampista del Bari e ora commentatore tecnico della Nazionale di calcio, per blindare la vittoria del campionato.
Antonio Di Gennaro, è un Bari con maggiori certezze dopo il derby di Foggia?
«Sì, molte certezze. Dal punto di vista fisico, del carattere e del gioco c’è stato un miglioramento incredibile. Ma bisogna eliminare gli errori in fase offensiva e difensiva, che per chi deve vincere il campionato possono essere decisivi».
11 gol subiti nelle ultime nove gare: c’è un problema fase difensiva?
«Il tema riguarda errori ed equilibrio. Il discorso non è di reparto, ma coinvolge tutta la squadra e riguarda gli equilibri di una squadra che a volte lascia troppi spazi. Bisogna capire come arrivano questi gol. A Foggia c’è l’errore tecnico di Frattali sul 2-1, ma sull’1-0 un mancato pressing e l’indecisione di Terranova. Servono accorgimenti. Il Bari deve trovare la solidità di qualche mese fa».
Bari solo quinto nella classifica parziale del 2022: si aspettava un calo così drastico?
«Così drastico no. Mi aspettavo maggiore equilibrio della squadra nelle due fasi che purtroppo è mancato nell’ultimo periodo e qualche punto in più. Alcuni episodi hanno penalizzato il Bari, come la ripartenza letale contro il Messina e l’ultima gara di Foggia in cui la sorte non ha aiutato. Ma ora la squadra dal punto di vista fisico sta venendo fuori».
Bene il rendimento esterno, ma il S. Nicola sembra «ostile»: solo una vittoria nel 2022: come si spiega?
«Anche questo è un dato da analizzare: la gara con il Campobasso è stato il punto più basso. Partite come quelle contro il Messina possono invece capitare. Adesso però bisogna tornare a comandare in casa nostra; il S. Nicola deve ridiventare un fattore decisivo, già da sabato. Anche il calore della tifoseria, come accaduto con il Picerno, ora è determinante».
Galano, una risorsa o un limite in attesa che trovi condizione e posizione?
«Per ora non si è ancora inserito, anche dal punto di vista tattico. Fisicamente gli manca qualcosa. Deve fare di più. Checché se ne dica quello che mi preoccupa è la sua connotazione tattica. Se sta bene può fare la differenza. Per ora è un limite, mi auguro diventi una risorsa già da sabato, se dovesse giocare».
Sarebbe giusto cambiare abito tattico per aiutarlo o meglio insistere sull’attuale modulo?
«Difficile cambiare. Credo sia difficile adottare il 4-3-3, schema che rischierebbe di penalizzare poi Antenucci e Cheddira. Non abbiamo elementi per giocare in quel modo. Per diventare una risorsa Galano deve inserirsi in questo discorso tattico. È lui che si deve adattare. Ora non c’è tempo per fare esperimenti».
Senza Botta la squadra continua a faticare, perché?
«Perché solo Botta ha quella qualità: corre e ha fantasia; un giocatore determinante. Galano per ora non lo è».
Quali uomini potranno essere determinanti in questo finale?
«Mi aspetto molto da Terranova; anche da Di Cesare, per la sua esperienza. Poi punto su Botta, nel momento in cui sarà recuperato. Maita, che sabato ha fatto bene da mezzala: un centrocampista completo. Se sta bene non ce n’è per nessuno. D’Errico deve avere più continuità. E ovviamente Antenucci. I leader e i giocatori di qualità nei momenti importanti devono fare la differenza».
Dove deve ancora migliorare la squadra per essere ancora più competitiva?
«Deve trovare equilibrio nelle due fasi di gioco. Poi serve essere più cinici nel chiudere le partite e subire meno gol. Se il Bari cominciasse a incassare meno reti non ce ne sarebbe per nessuno. La cosa che mi dà più fiducia è aver visto allo Zaccheria una squadra dominare su un campo proibitivo, costringendo il Foggia di Zeman al catenaccio».
V. Francavilla e poi Catanzaro: il campionato si decide nei prossimi 180 minuti?
«Se le vinciamo tutte e due sì, si darebbe un segnale importante. Credo che sia più facile dal punto di vista tattico giocare contro queste squadre. Molto dipende da come arriveremo alla sfida di Catanzaro. La V. Francavilla è squadra difficile, sorniona, che gioca con tranquillità e spensieratezza. Bisogna stare molto attenti. Poi c’è da riscattare la pessima partita dell’andata».
E il Catanzaro?
«Sulla carta difficile, ma anche i calabresi si devono preoccupare. Serviranno grande umiltà e la consapevolezza che si può vincere. Non è mica il Manchester City. Ma attenzione…»
Dica pure:
«Per me il primo crocevia è già con la Virtus. Anche perché il Catanzaro ha una partita non facile a Monopoli. L’aspetto secondo me importante e decisivo è che finora con le squadre di livello superiore e negli scontri diretti il Bari non ha mai steccato, anzi ha fatto partite importanti».
Firmerebbe per 4 punti nelle prossime due partite?
«Sì, tutta la vita».
ledicoladelsu.it intervista di Paolo Ruscitto