È ufficialmente svincolato Massimo Donati, esperto regista con cinque anni di Bari alle spalle e con un contratto andato in scadenza due giorni fa. È stata una dura stagione per l'ex atalantino, spesso ai margini del gruppo dei titolari (solo 8 presenze nell'undici di partenza e altrettante a gara iniziata) e ora intervenuto ai microfoni diTuttoBari.com per raccontarci l'ultima stagione, le novità sul suo futuro e l'arrivo del nuovo diesse Sean Sogliano, che nel 2013 portò proprio Donati a vestire la maglia dell'Hellas Verona.
Massimo, il tuo contratto è scaduto due giorni fa e a Bari è cambiata un'intera proprietà. Ci sono margini per proseguire ancora in biancorosso?
"Sinceramente non lo so, sono cambiate tante cose. È difficile prevedere ciò che succederà. Hanno optato per un bel direttore sportivo; quella di Sogliano è una scelta molto importante. Posso garantirlo avendolo avuto a Verona. Conosco benissimo le capacità di questo dirigente che sa quello che fa; è molto preparato".
A proposito di Sogliano: ce lo presenti meglio?
"Sogliano è un duro, una persona molto carismatica, che pensa molto ai fatti e poco alle chiacchiere. È molto presente con la squadra, vive passionalmente le partite tanto da seguirle in panchina. Sa farsi sentire negli spogliatoi".
Vi è mancata questa figura nell'ultima stagione?
"No, anche Zamfir è una bravissima persona. Ha metodi diversi, certamente, ma in campo ci vanno i giocatori e le colpe non sono da attribuire al diesse. Sono ben altri i motivi che ci hanno portati alla sconfitta finale".
Per esempio?
"Ci siamo sempre fermati sul più bello. Nel girone d'andata eravamo sempre a pochi punti dalla seconda, poi abbiam perso tre gare a dicembre ed è cambiato tutto. Anche con Camplone avevamo fatto una bella rimonta e poi nel finale abbiamo dilapidato tutto. In Serie B serve continuità".
Sempre in tema di continuità, non è che tu ne abbia avuta tantissima quest'anno nonostante spesso servisse una mano in cabina di regia. Come mai?
"Mi dispiace tantissimo non aver avuto continuità, perché è questa che mi è mancata. Nel calcio ci sono i giocatori che entrano in campo e in 20' risolvono le partite e quelli come me che hanno bisogno di continuità per rendere. Spesso giocavo bene una partita e poi rimanevo inspiegabilmente fuori per tre gare. Sono sempre stato bene fisicamente, ma non mi è stata data l'opportunità di giocare con continuità e questo lo senti".
Discorso valido sia per Nicola che per Camplone?
"Sì, non ho mai avuto continuità per tutto l'anno. Sono sempre stato bene, tranne per un problema alla schiena a cavallo tra novembre e dicembre".
Strano come addirittura con l'arrivo di Camplone nelle prime gare tu non sia stato nemmeno convocato...
"Camplone fu chiaro con me. Arrivato a gennaio mi ha detto che preferiva ragazzi più giovani. In quel momento ero allibito, ma ho apprezzato la sincerità. Io non ho mai mollato, lui l'ha visto. Ho provato in tutti i modi a conquistare la sua fiducia e ci sono riuscito, anche se sempre con poca continuità nonostante le prestazioni".
E poi è arrivato Datò Noordin, il grande bluff...
"Una delusione grandissima. Viene negli spogliatoi, cerca di mostrarsi per ciò che effettivamente non è ed è normale che ci sia stata delusione. Magari è una persona per bene, però è stata una delusione grandissima per noi e anche per Paparesta. Giancaspro? Lo conoscemmo quando acquisì il 5%, entrò in punta di piedi. Sembra una persona pacata e decisa."
Ti piacerebbe proseguire a Bari?
"Io per ora mi sto guardando attorno, ovviamente. A Bari ho fatto 5 anni, ci sto benissimo. Amo questa città e mi piacerebbe continuare. Ma i matrimoni si fanno in due...".
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