L'ala sinistra De Luca, nonostante si sia ripulito il cuoio capelluto tagliandosi la cresta ossigenata e cosparso il capo di cenere, continua a non essere più la zanzara tigre che prendeva la palla da centrocampo, si lanciava veloce lungo la fascia laterale, scartava il difensore e passava la palla al centro per far concludere in rete la sua sgroppata. Il ragazzo ha perso molto dopo il problema pubalgico avuto l'anno scorso e che lo fece esclamare: "Ora basta, voglio curarmi !". Non capisco cosa gli sia successo, mi rendo conto che si possano verificare periodi no per un giocatore, però -se uno ha dimostrato di saper giocare a pallone- prima o poi la forma la ritrova, anche perché la carriera calcistica non è che duri molto, per giunta lui non ha subito gravi infortuni (mi ricordo quando Protti si ruppe il legamento crociato del ginocchio e poi tornò in campo più forte di prima) per cui SE LA TESTA E' LIBERA DA PENSIERI EXTRA-CALCISTICI dopo una pausa negativa si torna a giocare bene e a fare gol. Direi che i tifosi e la società non possono troppo aspettare nè rinviare ancora certi obiettivi. La vita continua e quando non ci sono più le motivazioni giuste, quando quel 'quid' non riemerge più, allora è giusto prendere atto che l'atmosfera non è più quella adatta. Stessa cosa per Furlan, Martinho ed altri: il compito del giocatore non è uguale a quello di un semplice impiegato, per dieci-quindici anni bisogna correre, correre, correre per fare gol e non per andare in bagno a leggere il Corriere dello Sport.
