[size=34]Verso Verona, parla Colantuono. L'ex tecnico di Atalanta e Udinese è già riuscito ad entrare nel cuore dei tifosi biancorossi. Eppure, le ultime annate avevano lasciato al diretto interessato qualche amarezza. In un'intervista a La Gazzetta dello Sport, Colantuono racconta l'esonero di Udine: "Un esonero strano: la squadra si è salvata con 39 punti, ma 30 li avevo fatti io. E non eravamo distanti dal decimo posto, quindi in linea con la storia dell’Udinese. A fine andata eravamo a quota 24, a metà classifica. E’ stato un esonero un po’ forzato, non ne vedevo la necessità, infatti non è cambiato molto. Ma rispetto sempre le scelte delle proprietà". All'Atalanta invece fu toccato dal caso calcioscommesse... "Forse sì, ho sofferto molto. Non puoi non pensarci, ero molto infastidito, però avevo la coscienza a posto. Infatti è tutto finito con proscioglimento e archiviazione".[/size]
[size=34]Il presente si chiama Bari... "E' una piazza di A che sta in B, una di quelle società alle quali non si può dire no. Se ho rifiutato il Cesena? Ma no… Ho fatto una chiacchierata con un amico come Foschi, nulla di concreto. Io sempre protagonista in B? Non mi accontento di partecipare. Anche in questo campionato, in una piazza che deve provare ad arrivare in alto partendo di rincorsa".[/size]
[size=34]Inizio lanciato... "Ci speravo, bisogna accorciare subito le distanze. I giochi si fanno dopo gennaio, a febbraio bisogna iniziare a scattare. Adesso bisogna solo restare agganciati al carro. Ora, rispetto alla mia ultima volta in B, ci sono anche i playoff allargati a più squadre: è un’opportunità in più. Cosa manca? Intanto i punti. Bisogna trovare continuità, che finora è mancata: non solo nei risultati, ma anche nelle prestazioni".[/size]
[size=34]Ha cambiato il modulo... "In carriera ho usato tanti sistemi di gioco, scegliendo in base ai giocatori che avevo. Questo Bari per me è da 4-3-3. Se vogliamo arrivare al vertice, dobbiamo imporci col gioco. A Bari verranno in pochi a far la partita, dovremo sempre avere in mano il pallino, con personalità. Alla lunga, se non giochi, non vai lontano. La mentalità deve essere questa, sfruttando una risorsa che nessuno ha: il nostro pubblico",[/size]
[size=34]Il presente si chiama Bari... "E' una piazza di A che sta in B, una di quelle società alle quali non si può dire no. Se ho rifiutato il Cesena? Ma no… Ho fatto una chiacchierata con un amico come Foschi, nulla di concreto. Io sempre protagonista in B? Non mi accontento di partecipare. Anche in questo campionato, in una piazza che deve provare ad arrivare in alto partendo di rincorsa".[/size]
[size=34]Inizio lanciato... "Ci speravo, bisogna accorciare subito le distanze. I giochi si fanno dopo gennaio, a febbraio bisogna iniziare a scattare. Adesso bisogna solo restare agganciati al carro. Ora, rispetto alla mia ultima volta in B, ci sono anche i playoff allargati a più squadre: è un’opportunità in più. Cosa manca? Intanto i punti. Bisogna trovare continuità, che finora è mancata: non solo nei risultati, ma anche nelle prestazioni".[/size]
[size=34]Ha cambiato il modulo... "In carriera ho usato tanti sistemi di gioco, scegliendo in base ai giocatori che avevo. Questo Bari per me è da 4-3-3. Se vogliamo arrivare al vertice, dobbiamo imporci col gioco. A Bari verranno in pochi a far la partita, dovremo sempre avere in mano il pallino, con personalità. Alla lunga, se non giochi, non vai lontano. La mentalità deve essere questa, sfruttando una risorsa che nessuno ha: il nostro pubblico",[/size]