Dopo il disastro in casa contro l'Empoli, arriva il tonfo in trasferta contro la squadra di Inzaghi. Una sconfitta più che meritata con i padroni di casa rapidi e letali e i biancorossi spesso imbambolati
di GIANVITO RUTIGLIANO
Il Bari affonda a Venezia. Dopo il disastro in casa contro l'Empoli, arriva il tonfo in trasferta contro un'altra diretta concorrente per occupare le zone alte della classifica. Il 3-1 inflitto dagli uomini di Inzaghi a quelli di Grosso è più che meritato. E persino umiliante per quanto visto al Penzo, con i padroni di casa rapidi e letali e gli ospiti spesso imbambolati.
Soprattutto per una difesa distratta, incolpevole sul super gol da 30 metri di Stulac al 22', ma completamente assente sulla doppietta di Litteri, abbandonato in area al 31' e al 36'. Su tutti, il nuovo acquisto Oikonomou sembra il peggiore. Non va meglio a centrocampo, con Petriccione e Tello incapaci di innescare l'attacco, altrettanto sterile.
I tre gol subiti nel primo tempo mandano in tilt i biancorossi, frustrati e mai in grado di reagire. Nemmeno il ritorno dal primo minuto di Galano e Floro Flores e l'ingresso di Brienza dopo l'intervallo permettono di trovare soluzioni vincenti, tantomeno azioni personali. A parte la splendida rete al volo di Sabelli al 62', dopo che un minuto prima proprio Floro aveva centrato la traversa su punizione e il portiere Audero aveva salvato sulla conclusione di Improta a colpo sicuro.
Neanche l'espulsione di Litteri al 65' per doppia ammonizione (la seconda per una presunta simulazione in area di rigore) dà al Bari la possibilità di trovare spazi. La sveglia è tardiva, il Venezia quasi si fa male da solo con una deviazione del difensore Modolo verso la propria rete che termina sul palo.
A poco servono gli innesti di Kozak e Henderson, in una gara che certifica la crisi dei pugliesi, soprattutto alla luce dell'inconsistenza del gioco e della scarsa reattività nei momenti più duri. Sabato 10 febbraio al San Nicola arriva il Frosinone primo in classifica, mentre i biancorossi scivolano all'ottavo. Un'inversione di tendenza è sempre più urgente.
fonte bari.repubblica.it