Vivarini e la calma virtù dei forti. Chiamatelo Mister Self Control...
30.09.2019 14:00 di Raffaele Garinella Vedi letture
Seneca amava dire che il primo segno di un animo equilibrato è la capacità di starsene tranquilli in un posto e in compagnia di sé stessi. È forse questo uno dei segreti di Vincenzo Vivarini, chiamato alla guida del Bari per contrastare la tempesta figlia di risultati negativi. Vivarini apprezza quella solitudine necessaria per riordinare le idee e ripartire con maggiore convinzione. Dopo l’addio forzato di Ascoli, il mister non ha smesso di studiare e di aggiornarsi. Lo ha fatto con la tipica umiltà di chi, pur avendo ottenuto risultati importanti in carriera, non si è mai sentito arrivato. Merito della gavetta, figlia di sudore e sacrificio che Vivarini conosce molto bene. Basta guardarlo negli occhi per abbandonare la sterile rabbia fine a se stessa, e scrollarsi di dosso inutili tensioni.
Occhi profondi, colmi di quella saggezza tipica di chi sa sempre cosa fare. È arrivato a Bari in punta di piedi, ha salutato e ringraziato chi lo ha preceduto, e si è prontamente rimboccato le maniche. Vivarini ha compreso sin da subito di avere tra le mani un gruppo importante. Una squadra forse prigioniera del suo stesso punto di forza, di quel blasone che ti impone di lottare sempre per vincere. Il Bari vagava tra la fitta nebbia delle incertezze, prima che Vivarini facesse luce. Non quella dei riflettori, non ama quel tipo di luce, il protagonismo lo ha sempre lasciato ad altri. Il Bari di Potenza è piaciuto perché ha saputo anche soffrire, ma lo ha fatto da grande squadra. E quando ha punto, ha ricordato uno scorpione, il cui veleno letale era raccolto nel colpo di testa liberatorio di Simeri. L’uomo messo da parte solo una settimana prima e rispolverato al momento giusto.
Sarà anche presto per dolci sogni di gloria - Vivarini sa di dover lavorare tanto - ma almeno per il momento gli incubi sembrano alle spalle. Sono arrivati quattro punti in due partite, una boccata d’ossigeno per l’ansimante Galletto. Il gioco tanto caro al mister arriverà, magari cambiando modulo, o forse solo l'atteggiamento in campo. È una promessa di Vivarini, e la sua parola vale oro. Serve solo calma, virtù dei forti. Ecco perché è stato scelto Mister Self Control.
30.09.2019 14:00 di Raffaele Garinella Vedi letture
Seneca amava dire che il primo segno di un animo equilibrato è la capacità di starsene tranquilli in un posto e in compagnia di sé stessi. È forse questo uno dei segreti di Vincenzo Vivarini, chiamato alla guida del Bari per contrastare la tempesta figlia di risultati negativi. Vivarini apprezza quella solitudine necessaria per riordinare le idee e ripartire con maggiore convinzione. Dopo l’addio forzato di Ascoli, il mister non ha smesso di studiare e di aggiornarsi. Lo ha fatto con la tipica umiltà di chi, pur avendo ottenuto risultati importanti in carriera, non si è mai sentito arrivato. Merito della gavetta, figlia di sudore e sacrificio che Vivarini conosce molto bene. Basta guardarlo negli occhi per abbandonare la sterile rabbia fine a se stessa, e scrollarsi di dosso inutili tensioni.
Occhi profondi, colmi di quella saggezza tipica di chi sa sempre cosa fare. È arrivato a Bari in punta di piedi, ha salutato e ringraziato chi lo ha preceduto, e si è prontamente rimboccato le maniche. Vivarini ha compreso sin da subito di avere tra le mani un gruppo importante. Una squadra forse prigioniera del suo stesso punto di forza, di quel blasone che ti impone di lottare sempre per vincere. Il Bari vagava tra la fitta nebbia delle incertezze, prima che Vivarini facesse luce. Non quella dei riflettori, non ama quel tipo di luce, il protagonismo lo ha sempre lasciato ad altri. Il Bari di Potenza è piaciuto perché ha saputo anche soffrire, ma lo ha fatto da grande squadra. E quando ha punto, ha ricordato uno scorpione, il cui veleno letale era raccolto nel colpo di testa liberatorio di Simeri. L’uomo messo da parte solo una settimana prima e rispolverato al momento giusto.
Sarà anche presto per dolci sogni di gloria - Vivarini sa di dover lavorare tanto - ma almeno per il momento gli incubi sembrano alle spalle. Sono arrivati quattro punti in due partite, una boccata d’ossigeno per l’ansimante Galletto. Il gioco tanto caro al mister arriverà, magari cambiando modulo, o forse solo l'atteggiamento in campo. È una promessa di Vivarini, e la sua parola vale oro. Serve solo calma, virtù dei forti. Ecco perché è stato scelto Mister Self Control.