Mister Vincenzo Vivarini, al termine della partita vinta dai biancorossi contro la Carrarese per 2-1, ha parlato a RadioBari esprimendo tutta la sua gioia: "Ho urlato come non mai, però ci voleva. Sono molto contento, avevamo questo obiettivo e ci siamo arrivati con la sofferenza che ci vuole nel calcio, soprattutto nelle partite di playoff non ho mai visto una squadra vincere facile. Dobbiamo mettere in conto il sacrificio e l'abnegazione, con il lungo stop che abbiamo avuto si è perso un po' di organizzazione di squadra, ma individualmente la squadra si sta esprimendo nel modo giusto".
Vivarini racconta un retroscena sul gol del pareggio della Carrarese e sulle scelte della formazione: "Al gol loro ho ragionato poco. Ho pensato solo a ricaricare i giocatori. Prendere gol all'ultimo minuto di recupero poteva distruggere qualsiasi squadra, mentre siamo venuti fuori nei supplementari. Simeri l'ha detto, ma io avevo meso in conto ieri sia lui che Costa e Terrani. Potevano darmi la spinta che hanno dato per avere la forza di chiuderla nei 120'. Chiuderla nel primo tempo era meglio, gestire il risultato non mi piace. Ma inconsciamente in queste partite anche se vinci 1-0 cerchi di portare a termine quel risultato. Di Cesare? Da quando è ripartito il secondo tempo aveva un fastidio al flessore. Ho dovuto fare il cambio, ma i fisioterapisti mi hanno detto che non è un grosso problema. Dovremmo recuperarlo per mercoledì".
Un commento in vista della finale: "Il calcio è emozione. Dopo una sosta così lunga devi puntare sullo spirito della squadra. Questa partita mi dà forza sotto questo aspetto. Per la prima volta ho visto esplodere di gioia lo spogliatoio, compattarci e abbracciarci. Questa partita è un segnale importante in funzione della finale. Dobbiamo andare lì di slancio, giocando di più la palla e mettendo in luce le nostre individualità e arrivare all'obiettivo che tutti sogniamo. O se siamo più bravi noi, o se siamo inferiori a loro noi ce la dobbiamo fare. Oggi si poteva certamente fare meglio. Abbiamo trovato una squadra molto aggressiva che ci ha lasciato poco spazio per ragionare. Siamo stati alla loro altezza sulle seconde p...e. Dovevamo solo chiuderla. Ma adesso bisogna dare entusiasmo e prendere la spinta per arrivare in finale con l'esuberanza giusta per ottenere l'obiettivo finale".
di Claudio Mele
fonte tuttobari.com
Vivarini racconta un retroscena sul gol del pareggio della Carrarese e sulle scelte della formazione: "Al gol loro ho ragionato poco. Ho pensato solo a ricaricare i giocatori. Prendere gol all'ultimo minuto di recupero poteva distruggere qualsiasi squadra, mentre siamo venuti fuori nei supplementari. Simeri l'ha detto, ma io avevo meso in conto ieri sia lui che Costa e Terrani. Potevano darmi la spinta che hanno dato per avere la forza di chiuderla nei 120'. Chiuderla nel primo tempo era meglio, gestire il risultato non mi piace. Ma inconsciamente in queste partite anche se vinci 1-0 cerchi di portare a termine quel risultato. Di Cesare? Da quando è ripartito il secondo tempo aveva un fastidio al flessore. Ho dovuto fare il cambio, ma i fisioterapisti mi hanno detto che non è un grosso problema. Dovremmo recuperarlo per mercoledì".
Un commento in vista della finale: "Il calcio è emozione. Dopo una sosta così lunga devi puntare sullo spirito della squadra. Questa partita mi dà forza sotto questo aspetto. Per la prima volta ho visto esplodere di gioia lo spogliatoio, compattarci e abbracciarci. Questa partita è un segnale importante in funzione della finale. Dobbiamo andare lì di slancio, giocando di più la palla e mettendo in luce le nostre individualità e arrivare all'obiettivo che tutti sogniamo. O se siamo più bravi noi, o se siamo inferiori a loro noi ce la dobbiamo fare. Oggi si poteva certamente fare meglio. Abbiamo trovato una squadra molto aggressiva che ci ha lasciato poco spazio per ragionare. Siamo stati alla loro altezza sulle seconde p...e. Dovevamo solo chiuderla. Ma adesso bisogna dare entusiasmo e prendere la spinta per arrivare in finale con l'esuberanza giusta per ottenere l'obiettivo finale".
di Claudio Mele
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