Vivarini, le ore più dure. In bilico tra conferma e addio... dopo essere entrato nella storia
Chissà se Vincenzo Vivarini se lo sarebbe mai immaginato mercoledì scorso che sarebbe bastato perdere la finale playoff con la Reggiana per essere portato al patibolo dalla piazza barese. Sul web si è ormai acceso il dibattito se confermare o sostituire il tecnico di Ari, con il piatto di chi vuole la sua testa a prevalere nettamente. Sono le ore più difficili per un mister che nonostante 27 risultati utili consecutivi e sprazzi di bel gioco, ha comunque mancato l'obiettivo per cui era stato chiamato in quel di settembre. Scherzosamente si dice che sia affetto da pareggite, per rimarcare i tanti pareggi che il suo Bari ha conseguito in stagione. Ed è questo che più spaventa i tifosi, il fatto che non si ritiene Vivarini pronto per un campionato da vertice in cui bisognerà obbligatoriamente vincere ogni partita, in casa e in trasferta.
Non mancano però gli estimatori del mister ex Ascoli. Lo storico difensore barese De Trizio ha affermato che meriterebbe una seconda chance, dello stesso avviso Sibilano. Due grandi allenatori come Fascetti e Somma non si sono sbilanciati, ma dalle loro parole emerge come il lavoro di Vivarini sia stato positivo e meriterebbe di poter continuare. Del resto è un dato oggettivo il fatto che Vivarini abbia fatto di necessità virtù: arrivato per la prima volta in carriera a stagione in corso, ha dovuto lavorare con del materiale umano costruito per un altro modulo e con delle caratteristiche diverse dal suo credo calcistico.
Nel fine settimana l'incontro decisivo col presidente De Laurentiis per capire insieme come agire. Se si ripartisse da lui, bisognerà comprare sul mercato innesti mirati e allo stesso tempo mandare via chi non rientra nel suo modo di intendere il calcio. L'ultima parola spetterà alla società, ma questi giorni e questi attimi sono forse tra i più complicati della carriera di Vivarini, in bilico tra una conferma per un campionato da non sbagliare e un addio amaro dopo essere entrato nella storia del Bari con il record d'imbattibilità.
di Claudio Mele
fonte tuttobari.com
Chissà se Vincenzo Vivarini se lo sarebbe mai immaginato mercoledì scorso che sarebbe bastato perdere la finale playoff con la Reggiana per essere portato al patibolo dalla piazza barese. Sul web si è ormai acceso il dibattito se confermare o sostituire il tecnico di Ari, con il piatto di chi vuole la sua testa a prevalere nettamente. Sono le ore più difficili per un mister che nonostante 27 risultati utili consecutivi e sprazzi di bel gioco, ha comunque mancato l'obiettivo per cui era stato chiamato in quel di settembre. Scherzosamente si dice che sia affetto da pareggite, per rimarcare i tanti pareggi che il suo Bari ha conseguito in stagione. Ed è questo che più spaventa i tifosi, il fatto che non si ritiene Vivarini pronto per un campionato da vertice in cui bisognerà obbligatoriamente vincere ogni partita, in casa e in trasferta.
Non mancano però gli estimatori del mister ex Ascoli. Lo storico difensore barese De Trizio ha affermato che meriterebbe una seconda chance, dello stesso avviso Sibilano. Due grandi allenatori come Fascetti e Somma non si sono sbilanciati, ma dalle loro parole emerge come il lavoro di Vivarini sia stato positivo e meriterebbe di poter continuare. Del resto è un dato oggettivo il fatto che Vivarini abbia fatto di necessità virtù: arrivato per la prima volta in carriera a stagione in corso, ha dovuto lavorare con del materiale umano costruito per un altro modulo e con delle caratteristiche diverse dal suo credo calcistico.
Nel fine settimana l'incontro decisivo col presidente De Laurentiis per capire insieme come agire. Se si ripartisse da lui, bisognerà comprare sul mercato innesti mirati e allo stesso tempo mandare via chi non rientra nel suo modo di intendere il calcio. L'ultima parola spetterà alla società, ma questi giorni e questi attimi sono forse tra i più complicati della carriera di Vivarini, in bilico tra una conferma per un campionato da non sbagliare e un addio amaro dopo essere entrato nella storia del Bari con il record d'imbattibilità.
di Claudio Mele
fonte tuttobari.com