La battaglia legale di Bari e Napoli contro la modifica delle norme sulla multiproprietà arriva al secondo round: la Corte Federale d’Appello della FIGC ha calendarizzato mercoledì 15 giugno l’udienza per discutere il ricorso presentato dalle sue società. Nel mirino dei club gestiti dalla famiglia De Laurentiis la delibera del consiglio federale del 30 settembre 2021 che ha modificato l’art. 16bis delle NOIF, fissando il termine del 30 giugno 2024 per risolvere il nodo multiproprietà, cedendo una squadra tra Bari e Napoli. Si tratta del secondo grado di giudizio dopo la bocciatura del primo ricorso da parte del Tribunale Federale. In caso di rigetto l’avv. Mattia Grassani, che assiste legalmente i due club, ha già annunciato che si adirebbe il Collegio di Garanzia del Coni, terzo e ultimo grado della giustizia sportiva. Dopodiché, in caso di ulteriore esito negativo, si passerebbe al TAR del Lazio e al Consiglio di Stato, organi di primo e secondo grado della giustizia ordinaria amministrativa. L’ultima chance sarebbe rappresentata dalla CEDU, Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Con le nuove norme regolamentari la FIGC ha stabilito in ambito professionistico il divieto assoluto di gestire due società facenti capo alla stessa proprietà. Bari e Napoli puntano ad annullare la delibera federale e a ristabilire le vecchie norme che ponevano il divieto di gestione solo qualora i due club avessero militato nella stessa categoria.
(redazione Passione Bari Radio Selene
Con le nuove norme regolamentari la FIGC ha stabilito in ambito professionistico il divieto assoluto di gestire due società facenti capo alla stessa proprietà. Bari e Napoli puntano ad annullare la delibera federale e a ristabilire le vecchie norme che ponevano il divieto di gestione solo qualora i due club avessero militato nella stessa categoria.
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