Trentanove anni sulla carta d'identità, fascia al braccio e tantissima grinta sul terreno di gioco. È lo schizzo di Valerio Di Cesare, capitano del Bari, baluardo (ancora una volta) della rosa biancorossa anche in questo avvio di stagione. Fin qui Mignani non ci ha mai rinunciato, lasciandolo in campo per tutti e novanta i minuti in ogni partita che il Bari ha giocato quest'anno.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti. La squadra vola, è l'unica imbattuta in cadetteria e al netto di qualche gol di troppo incassato ha nella compattezza una delle sue principali doti. Merito di chi settimanalmente ha il polso della situazione e dispensa consigli e carezze ai suoi compagni più giovani. Di Cesare in queste prime uscite è sempre stato tra i migliori in campo, sgomitando tra le maglie degli attaccanti avversari e supportando il lavoro del mister dalla retroguardia.
"Non mi pongo limiti" aveva affermato l'ultimo minuto dell'ultima partita della Serie C. Col sorriso tra le labbra aveva lasciato quell'inferno in cui il Bari era impantanato da tre anni (quattro aggiungendo anche la D). Una capitolo finalmente messo alle spalle, in vista della categoria che più volte lo ha visto protagonista in carriera. "Non giochi per soldi a questa età, ma perché ami questo splendido sport. Il mio sogno era quello di portare il Bari in B e terminare lì in carriera, ci sono riuscito" l'ulteriore pensiero a chiarire quelle che sono le sue motivazioni.
Del resto, a quasi quarant'anni non scendi in campo la domenica se non hai una forte volontà e un amore smisurato per questo sport. Di Cesare, lodato da amici, compagni e avversari, sta facendo ancora una volta il suo. Batte record su record e non ne vuole proprio sapere di spezzare questo idillio. Nuovi traguardi lo attendono. Nel frattempo, gli aggettivi sono finiti.
di Claudio Mele
fonte tuttobari.com
Il risultato è sotto gli occhi di tutti. La squadra vola, è l'unica imbattuta in cadetteria e al netto di qualche gol di troppo incassato ha nella compattezza una delle sue principali doti. Merito di chi settimanalmente ha il polso della situazione e dispensa consigli e carezze ai suoi compagni più giovani. Di Cesare in queste prime uscite è sempre stato tra i migliori in campo, sgomitando tra le maglie degli attaccanti avversari e supportando il lavoro del mister dalla retroguardia.
"Non mi pongo limiti" aveva affermato l'ultimo minuto dell'ultima partita della Serie C. Col sorriso tra le labbra aveva lasciato quell'inferno in cui il Bari era impantanato da tre anni (quattro aggiungendo anche la D). Una capitolo finalmente messo alle spalle, in vista della categoria che più volte lo ha visto protagonista in carriera. "Non giochi per soldi a questa età, ma perché ami questo splendido sport. Il mio sogno era quello di portare il Bari in B e terminare lì in carriera, ci sono riuscito" l'ulteriore pensiero a chiarire quelle che sono le sue motivazioni.
Del resto, a quasi quarant'anni non scendi in campo la domenica se non hai una forte volontà e un amore smisurato per questo sport. Di Cesare, lodato da amici, compagni e avversari, sta facendo ancora una volta il suo. Batte record su record e non ne vuole proprio sapere di spezzare questo idillio. Nuovi traguardi lo attendono. Nel frattempo, gli aggettivi sono finiti.
di Claudio Mele
fonte tuttobari.com