Tutto è bene quel che finisce bene recita un famoso proverbio. Il Bariha vinto sul campo, meritando i tre punti in quel di Pisa e la decisione del club toscano di non presentare ricorso restituirà i tre punti ai ragazzi di Mignani. Nel mezzo, però, una coda di polemiche infinite provenienti da tutta Italia, con il Bari accusato dai più di essere una società di... bari.
La colpa? I dodici rigori e gli undici cartellini rossi comminati agli avversari dei biancorossi in queste 34 giornate di campionato. Numeriche lontano dalla Puglia diligentemente aggiornano di giornata in giornata, come se Cheddira e soci si fossero macchiati di chissà quale peccato. In ultimo una tabella (lacunosa e errata) spuntata da Genova, che racchiudeva tutti gli episodi incriminati. La goccia che ha fatto traboccare il vaso il rigore (netto) assegnato per un mani di Caracciolo su tiro di Morachioli, viziato, però, da un tocco del signor Colombo ad inizio azione. Una decisione che, come spiegato con estrema precisione dall'ex arbitro Marelli, ha visto un errore di valutazione dell'arbitro, che avrebbe dovuto sì fermare il gioco.
Possiamo allora parlare senza alcuna remora di episodio a favore. Ma della lunga lista di rigori e espulsioni sopra elencate, questo rappresenta solo il primo caso controverso. I restanti, dati alla mano, sono tutti solari e limpidi. Inutile stare a ricordarli uno alla volta: ci sono esaustive immagini televisive che, a chi palesa tuttora qualche dubbio, possono essere di enorme aiuto. Malgrado ciò, citiamo solo gli episodi più recenti: il rosso a Pompetti in Sudtirol-Bari, un fallo scriteriato con l'ex Pescara che rischiava di rompere la caviglia di Folorunsho; il rigore guadagnato da Cheddira col Benevento, step on foot da regolamento da punire con il penalty; i rossi di Falasco e Lapadula, entrambi per netti e gravi falli di gioco; e il rigore solare guadagnato sempre dall'italo-marocchino a Ascoli.
A mettere ancora di più pepe, altri episodi che hanno visto il Varprotagonista: il rigore tolto al Benevento, correttamente visto il fallo subito ad inizio azione da Cheddira; il gol annullato a Pohjanpalo del Venezia, decisione sacrosanta anche in questo caso vista la netta gomitata ai danni di Ricci; il rigore tolto all'Ascoli nel match del Del Duca. E si potrebbe continuare così per ore. Vanno, però, evidenziati anche gli errori (numerosi) a sfavore del Bari: su tutti il mancato rosso a Moro in Frosinone-Bari, gara costata almeno un punto ai biancorossi, e i due gol del Sudtirol al San Nicola, entrambi viziati da episodi tutt'altro che chiari.
Il succo della storia è che l'esercizio di ricordare ogni lunedì i rigori e i cartellini rossi assegnati al Bari è diventato stucchevole. Se i rigorivengono concessi a go go è perché la squadra è brava a conquistarseli (è una colpa?). Se gli avversari si macchiano di gravi ingenuità contro i galletti è perché il Bari pratica un calcio tremendamente efficace che spesso porta le squadre avversarie a spendere falli tattici (è anche questa una colpa?). In casa pugliese si pensa esclusivamente al campo, ad un secondo posto ancora possibile e nel peggiore dei casi ad un terzo posto di platino. Un miracolo costato due spiccioli rispetto ai soldi investiti e sperperati da quasi trequarti delle società ricchissime di questa B e che sono quasi tutte alle spalle del team di Polito.
Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 26 aprile 2023 alle 07:00
Autore: Claudio Mele
La colpa? I dodici rigori e gli undici cartellini rossi comminati agli avversari dei biancorossi in queste 34 giornate di campionato. Numeriche lontano dalla Puglia diligentemente aggiornano di giornata in giornata, come se Cheddira e soci si fossero macchiati di chissà quale peccato. In ultimo una tabella (lacunosa e errata) spuntata da Genova, che racchiudeva tutti gli episodi incriminati. La goccia che ha fatto traboccare il vaso il rigore (netto) assegnato per un mani di Caracciolo su tiro di Morachioli, viziato, però, da un tocco del signor Colombo ad inizio azione. Una decisione che, come spiegato con estrema precisione dall'ex arbitro Marelli, ha visto un errore di valutazione dell'arbitro, che avrebbe dovuto sì fermare il gioco.
Possiamo allora parlare senza alcuna remora di episodio a favore. Ma della lunga lista di rigori e espulsioni sopra elencate, questo rappresenta solo il primo caso controverso. I restanti, dati alla mano, sono tutti solari e limpidi. Inutile stare a ricordarli uno alla volta: ci sono esaustive immagini televisive che, a chi palesa tuttora qualche dubbio, possono essere di enorme aiuto. Malgrado ciò, citiamo solo gli episodi più recenti: il rosso a Pompetti in Sudtirol-Bari, un fallo scriteriato con l'ex Pescara che rischiava di rompere la caviglia di Folorunsho; il rigore guadagnato da Cheddira col Benevento, step on foot da regolamento da punire con il penalty; i rossi di Falasco e Lapadula, entrambi per netti e gravi falli di gioco; e il rigore solare guadagnato sempre dall'italo-marocchino a Ascoli.
A mettere ancora di più pepe, altri episodi che hanno visto il Varprotagonista: il rigore tolto al Benevento, correttamente visto il fallo subito ad inizio azione da Cheddira; il gol annullato a Pohjanpalo del Venezia, decisione sacrosanta anche in questo caso vista la netta gomitata ai danni di Ricci; il rigore tolto all'Ascoli nel match del Del Duca. E si potrebbe continuare così per ore. Vanno, però, evidenziati anche gli errori (numerosi) a sfavore del Bari: su tutti il mancato rosso a Moro in Frosinone-Bari, gara costata almeno un punto ai biancorossi, e i due gol del Sudtirol al San Nicola, entrambi viziati da episodi tutt'altro che chiari.
Il succo della storia è che l'esercizio di ricordare ogni lunedì i rigori e i cartellini rossi assegnati al Bari è diventato stucchevole. Se i rigorivengono concessi a go go è perché la squadra è brava a conquistarseli (è una colpa?). Se gli avversari si macchiano di gravi ingenuità contro i galletti è perché il Bari pratica un calcio tremendamente efficace che spesso porta le squadre avversarie a spendere falli tattici (è anche questa una colpa?). In casa pugliese si pensa esclusivamente al campo, ad un secondo posto ancora possibile e nel peggiore dei casi ad un terzo posto di platino. Un miracolo costato due spiccioli rispetto ai soldi investiti e sperperati da quasi trequarti delle società ricchissime di questa B e che sono quasi tutte alle spalle del team di Polito.
Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 26 aprile 2023 alle 07:00
Autore: Claudio Mele