BARI - Una vita da «cagnaccio», provando a fermare gli attaccanti più forti del mondo. Quando essere un difensore era un concetto serio. Si marcava, punto e basta. Tutto il contrario di quello che accade nel calcio moderno dove la fase difensiva assomiglia a una sfilata di moda. Si gioca soprattutto col pallone, molto stile e poca sostanza. Poi anche procuratore, nei primi anni Duemila. Oggi opinionista televisivo a tutto tondo. Schietto, senza peli sulla lingua, aggressivo quel che basta quando c’è da raccontare le sue verità. Ma anche giramondo. Quando in Italia è inverno lui va a rifugiarsi a Miami, in un angolo di paradiso a cui mai rinuncerebbe. Come guai a toccargli il mare della Sardegna. Tempi duri, insomma, per la sua vecchia Milano. Lì lo portano soprattutto ragioni di cuore. La mamma... è la mamma. Gli amici di una vita, i profumi di una gioventù scappata via ma sempre attuale.
Buongiorno Massimo Brambati, lo squillo del telefonino tradisce una destinazione abbastanza lontana.
«Bè sì, sono ad Antigua. Una delle mie mete preferite».
L’amicizia con Giorgio Armani non tramonta mai, par di capire.
«E perché dovrebbe? Ho il privilegio dell’amicizia con una persona di altissimo livello. E la custodisco con cura. Il signor Armani è un fuoriclasse della vita. La sua storia lo racconta in modo chiaro».
«Lupus in fabula». Il Bari è stritolato nella morsa della multiproprietà. La famiglia De Laurentiis rappresenta una realtà a tempo determinato. Non il massimo per una piazza ambiziosa come Bari.
«E ci credo. Non è bello sentire sulla propria pelle l’incertezza sul futuro. Certe situazioni possono funzionare ma hanno tanti limiti. Spero che presto Bari possa contare su una proprietà senza vincoli. Per poter programmare un futuro ambizioso».
Il Bari in vendita e lei in vacanza con Giorgio Armani. Proviamo a fare qualche pensiero...
«Qualche tempo fa il socio del signor Armani, Leo Dell’Orco (biscegliese di nascita nonché presidente dell’Olimpia Basket Milano), provò a lanciare un segnale di fumo. Si parlò dell’acquisto del Bari. Poi, però, la cosa non ha preso consistenza».
Oggi, però, le cose sono cambiate. C’è una società costretta a cedere il passo. Non una scelta, insomma. I tempi potrebbero essere maturi. Che ne pensa?
«Di una cosa sono sicuro: se il Bari fosse acquistato da Giorgio Armani i tifosi sarebbero in una botte di ferro. Parliamo di un imprenditore a cinque stelle».
E quindi, che si fa?
«Guardi, non le nascondo che a questa eventualità ho pensato spesso. Ho Bari nel cuore. Allora facciamo una cosa, io provo a parlargliene ancora. E vediamo che succede...».
Quale potrebbe essere la chiave per convincerlo a investire nel calcio?
«Facile. Gli racconterò di quanto è bella Bari e di quanto sappiano essere passionali i baresi».
Prendiamo un impegno con i tifosi del Bari, Brambati?
«Affare fatto. Ci sentiamo tra qualche settimana. Se son rose....».
E lei sarebbe disposto a tornare nel calcio vero?
«Il calcio è la mia vita. A Bari, poi, mi sento a casa».
Chiederebbe una scrivania da presidente?
«No, troppo impegnativo. Mi piacerebbe occuparmi di calcio giocato. Visionare calciatori, fa parte dell’area tecnica. Ma ora stiamo viaggiando troppo con la fantasia. Tra l’altro il Bari è in ottime mani».
A proposito, ha visto quante belle cose sta facendo il suo ex compagno di squadra ai tempi della Lucchese, Michele Mignani?
«Un percorso straordinario. Michele è un ragazzo eccezionale, non sono sorpreso dal fatto che tutti mi parlino benissimo di lui. Ora è anche un allenatore di primo livello. Quando posso mi piace guardare le partite del Bari. E devo dire che sta facendo un grande lavoro. Mi piace la sua gestione del gruppo e il suo non essere integralista».
Il terzo posto è un mezzo miracolo di Mignani. E del diesse Polito.
«Assolutamente sì, tutti e due sono fenomenali. Ma ora siamo lì e dobbiamo ballare fino in fondo. Guai a mollare il secondo posto. È difficilissimo ma se ti chiami Bari hai il dovere di puntare sempre al massimo traguardo».
Quel «siamo» spiega il suo legame con Bari.
«Io sono un tifoso del Bari. E quando ci torno non posso fare a meno di andarmelo a gustare nel mio vecchio stadio, il “San Nicola”. E poi amo la città, la sua gente, quel fantastico profumo di mare che si respira in ogni angolo».
Vuol dire qualcosa a Mignani?
«Gli mando un grandissimo in bocca al lupo. Merita le soddisfazioni più grandi. Parliamo di una persona per bene. E certe cose vengono prima del professionista. Gli dica che il “Bramba” lo inviterà a cena. Parlando del passato e di tutto ciò che di bello sta costruendo a Bari».
LaGazzettadelMezzogiorno.it
Buongiorno Massimo Brambati, lo squillo del telefonino tradisce una destinazione abbastanza lontana.
«Bè sì, sono ad Antigua. Una delle mie mete preferite».
L’amicizia con Giorgio Armani non tramonta mai, par di capire.
«E perché dovrebbe? Ho il privilegio dell’amicizia con una persona di altissimo livello. E la custodisco con cura. Il signor Armani è un fuoriclasse della vita. La sua storia lo racconta in modo chiaro».
«Lupus in fabula». Il Bari è stritolato nella morsa della multiproprietà. La famiglia De Laurentiis rappresenta una realtà a tempo determinato. Non il massimo per una piazza ambiziosa come Bari.
«E ci credo. Non è bello sentire sulla propria pelle l’incertezza sul futuro. Certe situazioni possono funzionare ma hanno tanti limiti. Spero che presto Bari possa contare su una proprietà senza vincoli. Per poter programmare un futuro ambizioso».
Il Bari in vendita e lei in vacanza con Giorgio Armani. Proviamo a fare qualche pensiero...
«Qualche tempo fa il socio del signor Armani, Leo Dell’Orco (biscegliese di nascita nonché presidente dell’Olimpia Basket Milano), provò a lanciare un segnale di fumo. Si parlò dell’acquisto del Bari. Poi, però, la cosa non ha preso consistenza».
Oggi, però, le cose sono cambiate. C’è una società costretta a cedere il passo. Non una scelta, insomma. I tempi potrebbero essere maturi. Che ne pensa?
«Di una cosa sono sicuro: se il Bari fosse acquistato da Giorgio Armani i tifosi sarebbero in una botte di ferro. Parliamo di un imprenditore a cinque stelle».
E quindi, che si fa?
«Guardi, non le nascondo che a questa eventualità ho pensato spesso. Ho Bari nel cuore. Allora facciamo una cosa, io provo a parlargliene ancora. E vediamo che succede...».
Quale potrebbe essere la chiave per convincerlo a investire nel calcio?
«Facile. Gli racconterò di quanto è bella Bari e di quanto sappiano essere passionali i baresi».
Prendiamo un impegno con i tifosi del Bari, Brambati?
«Affare fatto. Ci sentiamo tra qualche settimana. Se son rose....».
E lei sarebbe disposto a tornare nel calcio vero?
«Il calcio è la mia vita. A Bari, poi, mi sento a casa».
Chiederebbe una scrivania da presidente?
«No, troppo impegnativo. Mi piacerebbe occuparmi di calcio giocato. Visionare calciatori, fa parte dell’area tecnica. Ma ora stiamo viaggiando troppo con la fantasia. Tra l’altro il Bari è in ottime mani».
A proposito, ha visto quante belle cose sta facendo il suo ex compagno di squadra ai tempi della Lucchese, Michele Mignani?
«Un percorso straordinario. Michele è un ragazzo eccezionale, non sono sorpreso dal fatto che tutti mi parlino benissimo di lui. Ora è anche un allenatore di primo livello. Quando posso mi piace guardare le partite del Bari. E devo dire che sta facendo un grande lavoro. Mi piace la sua gestione del gruppo e il suo non essere integralista».
Il terzo posto è un mezzo miracolo di Mignani. E del diesse Polito.
«Assolutamente sì, tutti e due sono fenomenali. Ma ora siamo lì e dobbiamo ballare fino in fondo. Guai a mollare il secondo posto. È difficilissimo ma se ti chiami Bari hai il dovere di puntare sempre al massimo traguardo».
Quel «siamo» spiega il suo legame con Bari.
«Io sono un tifoso del Bari. E quando ci torno non posso fare a meno di andarmelo a gustare nel mio vecchio stadio, il “San Nicola”. E poi amo la città, la sua gente, quel fantastico profumo di mare che si respira in ogni angolo».
Vuol dire qualcosa a Mignani?
«Gli mando un grandissimo in bocca al lupo. Merita le soddisfazioni più grandi. Parliamo di una persona per bene. E certe cose vengono prima del professionista. Gli dica che il “Bramba” lo inviterà a cena. Parlando del passato e di tutto ciò che di bello sta costruendo a Bari».
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