Il punto più alto della storia del Bari, almeno per quanto concerne i piazzamenti raccolti nel massimo campionato italiano. Può definirsi così quanto accadde il 6 luglio 1947, esattamente 76 anni fa, quando i galletti, battendo 2-0 al Della Vittoria il Genoa, chiusero l’annata di A 1946-’47 al settimo posto in classifica, primato ancora ineguagliato nella ultracentenaria storia biancorossa.
Quel Bari, che aveva iniziato la stagione con in panchina Janos Nehadoma, esonerato già dopo la sconfitta casalinga per 3-1 alla prima giornata con la Lazio, vide poi avvicendarsi in panchina prima Raffaele Costantino, fino al quindicesimo turno, e successivamente il magiaro Andras Kuttik.
I pugliesi, con in campo gente come Capocasale, Giammarco, Totondonati, Maestrelli, Tavellin e Cavone, si resero protagonisti di un girone d’andata da urlo, chiudendo al quarto posto la prima parte di stagione, con 23 punti (vigeva allora la regola relativa ai 2 punti a vittoria) e togliendosi la soddisfazione di battere anche il Milan, in Lombardia, grazie ad una doppietta proprio di Cavone.
Il club dell’allora presidente Annoscia soffrì poi per gli infortuni di un paio di profili importanti come lo stesso Cavone e Maestrelli, e perse qualche posizione in graduatoria, chiudendo comunque in gloria la stagione, proprio con la vittoria casalinga per 2-0 sul Genoa, grazie a due gol di Tavellin ad inizio partita (8’ e 14’ minuto).
I biancorossi chiusero dunque l’annata con 38 punti in altrettante partite, settimi con un ruolino complessivo di 16 affermazioni, altrettante sconfitte e 6 pari, ad un solo punto dal quinto posto occupato in condominio da Vicenza e Bologna, a quota 39, in un campionato dominato dal Grande Torino di Valentino Mazzola, primo con 63 punti, che chiuse a +10 dalla seconda, la Juventus.
di Giovanni Gaudenzi
fonte tuttobari.com
Quel Bari, che aveva iniziato la stagione con in panchina Janos Nehadoma, esonerato già dopo la sconfitta casalinga per 3-1 alla prima giornata con la Lazio, vide poi avvicendarsi in panchina prima Raffaele Costantino, fino al quindicesimo turno, e successivamente il magiaro Andras Kuttik.
I pugliesi, con in campo gente come Capocasale, Giammarco, Totondonati, Maestrelli, Tavellin e Cavone, si resero protagonisti di un girone d’andata da urlo, chiudendo al quarto posto la prima parte di stagione, con 23 punti (vigeva allora la regola relativa ai 2 punti a vittoria) e togliendosi la soddisfazione di battere anche il Milan, in Lombardia, grazie ad una doppietta proprio di Cavone.
Il club dell’allora presidente Annoscia soffrì poi per gli infortuni di un paio di profili importanti come lo stesso Cavone e Maestrelli, e perse qualche posizione in graduatoria, chiudendo comunque in gloria la stagione, proprio con la vittoria casalinga per 2-0 sul Genoa, grazie a due gol di Tavellin ad inizio partita (8’ e 14’ minuto).
I biancorossi chiusero dunque l’annata con 38 punti in altrettante partite, settimi con un ruolino complessivo di 16 affermazioni, altrettante sconfitte e 6 pari, ad un solo punto dal quinto posto occupato in condominio da Vicenza e Bologna, a quota 39, in un campionato dominato dal Grande Torino di Valentino Mazzola, primo con 63 punti, che chiuse a +10 dalla seconda, la Juventus.
di Giovanni Gaudenzi
fonte tuttobari.com