È importante affrontare con chiarezza e fermezza il comportamento di alcuni "tifosi" del Bari sul web in relazione all'infortunio di Pavoletti, legato al suo gol nella finale tra Bari e Cagliari. L'atteggiamento manifestato da alcuni tifosi è stato inopportuno dal punto di vista etico.
Innanzitutto, è fondamentale ricordare che il calcio è uno sport che dovrebbe unire le persone e promuovere valori positivi come il rispetto, la lealtà e la sportività ma so bene che in questa era dove il calcio è diventato tutto fuorchè uno sport, sia un esercizio di difficile applicazione per tanti.
Celebrare l'infortunio di un giocatore avversario, soprattutto in relazione a un momento significativo come il gol segnato in finale, è del tutto inaccettabile. Questo tipo di comportamento riflette una mancanza di empatia e sensibilità verso l'essere umano che si trova dall'altra parte.
Inoltre, focalizzare l'attenzione su un episodio passato anziché mostrare rispetto per la situazione attuale di Pavoletti dimostra una mancanza di maturità e di comprensione delle dinamiche sportive. Gli infortuni sono parte del gioco e possono colpire chiunque, indipendentemente dal colore della maglia che indossa. Trasformare un infortunio in uno spunto per ricordare un gol passato è un esempio di come alcuni tifosi possano perdere di vista l'essenza dello sport. E il caso Caprile dove pure i "tifosi", in occasione del suo infortunio, si son mostrati contenti, è da mettere in evidenza per capire fin dove l'imbecilità umana sedicente tifosa può arrivare.
La diffusione di queste idee e commenti negativi attraverso il web è particolarmente preoccupante, poiché amplifica la portata e l'impatto di questo tipo di atteggiamento. I social media e le piattaforme online dovrebbero essere utilizzati per promuovere discussioni costruttive e rispettose, non per diffondere odio o derisione, ma è noto che sul web passa di tutto, ma proprio tutto, anzi il web è un concentrato di frustrazione, complottismo acuto (tra i tifosi baresi non ne parliamo che, pur di manifesatre l'odio verso i De Laurenttiis arrivano a dire che Maita non fermò volutamente Zappa in occasione del cross, così come Zuzek non anticipò volutamente Pavoletti, e che, udite udite, Folorunsho tirò apposta sulla traversa Come poter dialogare con questi?). Aveva ragione Umberto Eco, questa è la verità.
Per concludere, il comportamento di certi "tifosi" del Bari sul web in occasione dell'infortunio a Pavoletti è stato assai inopportuno, demoralizzante, disarmante tanto che è difficile, poi, trovare parole adatte per replicar loro a dovere. Io ci sto provando ma potrei risultare inutile.
In questo mondo malato che è il calcio so bene (anche perchè è capitato sulla mia pelle) che predicare è un esercizio vano, gli imbeciclli e gli idioti hanno e evranno sempre la meglio perchè rimangono impuniti, ma dobbiamo lottare tutti per migliorare, per cercare di migliorarlo quersto mondo malato, non dobbiamo arrenderci a partire dagli addetti all'informazione come me, passando per voi tifosi e finendo alle nuove generazioni, ma se voi pensate che stare lì, sul web, a commentare scendendo sul loro stesso livello sia la medicina giusta vi sbagliate. Questa marmaglia umana va isolata, non le si deve dare corda, non bisogna rispondere.
È importante che tutti i tifosi riflettano sulla propria condotta e ricordino che lo sport dovrebbe unire le persone, anche quando le squadre sono rivali. La lealtà e il rispetto dovrebbero essere valori fondamentali per ogni tifoso, indipendentemente dalla situazione o dal contesto. Ma in questo pianeta marcio che è il calcio ormai da decenni, appare difficile, se non impossibile, farlo capire.
E Bari ne è inclusa.
Innanzitutto, è fondamentale ricordare che il calcio è uno sport che dovrebbe unire le persone e promuovere valori positivi come il rispetto, la lealtà e la sportività ma so bene che in questa era dove il calcio è diventato tutto fuorchè uno sport, sia un esercizio di difficile applicazione per tanti.
Celebrare l'infortunio di un giocatore avversario, soprattutto in relazione a un momento significativo come il gol segnato in finale, è del tutto inaccettabile. Questo tipo di comportamento riflette una mancanza di empatia e sensibilità verso l'essere umano che si trova dall'altra parte.
Inoltre, focalizzare l'attenzione su un episodio passato anziché mostrare rispetto per la situazione attuale di Pavoletti dimostra una mancanza di maturità e di comprensione delle dinamiche sportive. Gli infortuni sono parte del gioco e possono colpire chiunque, indipendentemente dal colore della maglia che indossa. Trasformare un infortunio in uno spunto per ricordare un gol passato è un esempio di come alcuni tifosi possano perdere di vista l'essenza dello sport. E il caso Caprile dove pure i "tifosi", in occasione del suo infortunio, si son mostrati contenti, è da mettere in evidenza per capire fin dove l'imbecilità umana sedicente tifosa può arrivare.
La diffusione di queste idee e commenti negativi attraverso il web è particolarmente preoccupante, poiché amplifica la portata e l'impatto di questo tipo di atteggiamento. I social media e le piattaforme online dovrebbero essere utilizzati per promuovere discussioni costruttive e rispettose, non per diffondere odio o derisione, ma è noto che sul web passa di tutto, ma proprio tutto, anzi il web è un concentrato di frustrazione, complottismo acuto (tra i tifosi baresi non ne parliamo che, pur di manifesatre l'odio verso i De Laurenttiis arrivano a dire che Maita non fermò volutamente Zappa in occasione del cross, così come Zuzek non anticipò volutamente Pavoletti, e che, udite udite, Folorunsho tirò apposta sulla traversa Come poter dialogare con questi?). Aveva ragione Umberto Eco, questa è la verità.
Per concludere, il comportamento di certi "tifosi" del Bari sul web in occasione dell'infortunio a Pavoletti è stato assai inopportuno, demoralizzante, disarmante tanto che è difficile, poi, trovare parole adatte per replicar loro a dovere. Io ci sto provando ma potrei risultare inutile.
In questo mondo malato che è il calcio so bene (anche perchè è capitato sulla mia pelle) che predicare è un esercizio vano, gli imbeciclli e gli idioti hanno e evranno sempre la meglio perchè rimangono impuniti, ma dobbiamo lottare tutti per migliorare, per cercare di migliorarlo quersto mondo malato, non dobbiamo arrenderci a partire dagli addetti all'informazione come me, passando per voi tifosi e finendo alle nuove generazioni, ma se voi pensate che stare lì, sul web, a commentare scendendo sul loro stesso livello sia la medicina giusta vi sbagliate. Questa marmaglia umana va isolata, non le si deve dare corda, non bisogna rispondere.
È importante che tutti i tifosi riflettano sulla propria condotta e ricordino che lo sport dovrebbe unire le persone, anche quando le squadre sono rivali. La lealtà e il rispetto dovrebbero essere valori fondamentali per ogni tifoso, indipendentemente dalla situazione o dal contesto. Ma in questo pianeta marcio che è il calcio ormai da decenni, appare difficile, se non impossibile, farlo capire.
E Bari ne è inclusa.