PUSCAS: «IL MIO È UN GRANDE RITORNO, BARI ERA NEL MIO DESTINO. ORA SONO PIÙ MATURO, QUI PER CHIUDERE UN CERCHIO E PORTARE IL CLUB IN SERIE A»
Il ritorno a Bari?
Sono arrivato in una squadra che ha potenziale e voglia di grandi traguardi, che sa cosa vuole fare. È un grande mio ritorno, perché sono sempre stato legato al Bari, sin dal 2015, fu la prima esperienza dopo l’Inter nei professionisti. Sono tornato con grandi aspettative ed emozioni per dare tutto per questa maglia. Si sogna il grande traguardo, dobbiamo lavorare tanto, dobbiamo essere ancora più squadra provare ad arrivare in A. Ora sono a Bari, provo a fare di tutto per dare il mio massimo, poi per la nazionale sarò pronto.
La trattativa lunga.
Sono cose tra le società. Io ho dato il mio ok, non so bene cosa sia successo. Aspettavo solo il via libera. Ero pronto a partire.
La formula del prestito secco.
Queste sono cose tra società, che sia prestito secco o obbligo sono venuto con grandi motivazioni, per dare tutto. Ho voglia di giocare e affermarmi, non mi interessa la formula. Se sono in un grande club come il Bari basta che gioco, che sia per due mesi o cinque voglio dare il 100%. Devo prima pensare ad aiutare la squadra.
Puscas, perché non ha mai chiuso in doppia cifra?
Ogni giocatore ha il suo percorso, deve essere gestito bene. Bisogna anche guardare a cosa è successo durante le stagioni, gli infortuni, chi c’era in rosa. Mi piacerebbe anche fare 10 assist. È il traguardo della squadra che conta. In ogni club ho raggiunto un obiettivo.
Il look.
Lo faccio io da solo, ci metto due minuti. Non mi interessa più di tanto il taglio di capello.
L’operazione si fa con qualche mese di ritardo? Cosa le ha detto Polito?
Ha chiamato i miei agenti, dall’estate scorsa. Ma ero nel Genoa, volevo affermarmi in A e giocarmi le mie chance lì. Non ho rifiutato. Non avendo tanto spazio il Bari era la prima opzione.
In cosa è più maturo rispetto a 7 anni fa? Ha voglia di riscattare i playoff persi contro il Novara?
Sì, possiamo dirla così, non sono tornato così a caso. Il primo anno abbiamo fatto i playoff perdendo al 117’. Galabinov ci ha fatto gol. Fu una partita incredibile. Sono venuto per provare a fare di nuovo quel salto. Voglio fare squadra e fare bene, voglio bene al club e ai tifosi. Ero un bambino nel 2015, ora sono più maturo, posso dare di più e aiutare la squadra con la mia esperienza.
La rimonta subita ad Ascoli.
Ho seguito e lardato le partite del Bari anche prima di arrivare. Dobbiamo migliorare per chiudere la partita e non prendere gol, continuando ad attaccare. Sono entrato bene, volevo portarla a casa. Un campo difficile Ascoli, ma bisogna andare avanti, bisogna essere incazzati e giocare la prossima per i 3 punti, provando a vincere tutte le partite fino alla fine. Dobbiamo giocare come nel primo tempo, ma facendolo per 70-80 minuti.
C’è voglia di rivalsa? Qual è lo stato d’animo dello spogliatoio?
Non può sentirsi bene lo spogliatoio dopo esserti trovato sul 2-0 in trasferta. C’è rammarico, però sappiamo cosa abbiamo davanti. Ci toccano partite nelle quali non dovremo commettere gli stessi errori, e fare i tre putì. La squadra ha reagito bene, nonostante il pareggio sia stato recepito come una sconfitta. Ma è passata, testa alla prossima.
La forma.
Sto bene. Giocando di più, con più minuti e allenamenti, troverò la condizione migliore. È solo una questione di minutaggio. Bisogna giocare, sentire il campo e lo stadio, e piano piano verrò fuori.
Il gol con il Genoa contro il Bari.
Perché non ho esultato? Forse perché ce l’avevo dentro il Bari. Era la curva dove ho segnato l’ultimo gol. Sono passati tanti anni da quel momento, non ho esultato, ma poi il destino mi ha portato qua. Ho sempre avuto rispetto per i tifosi delle squadre in cui ho giocato. Voglio aiutate la squadra con i gol ed esultare sotto la curva.
La collocazione tattica ideale.
Ho giocato tanto nel 4-3-3, mi sono sempre trovato bene nel modulo. Di fianco ho giocatori rapidi che mi creano spazi. Provo a creare spazi per loro e a chiudere ogni azione che loro iniziano. Sta andando bene, negli allenamenti scopro ogni giorno qualcosa. Devo capire come mettermi di più a disposizione dei miei compagni.
Lo zampino di Valerio Di Cesare, ex compagno, nella trattativa.
Ha fatto un pressing alla grande. Mi ha scritto sempre, mi ha cercato e mi voleva far capire cosa significa giocare nel Bari. Ma io Già LO sapevo, non avevo bisogno di conferme. Mi ha fatto tanto piacere però. Il capitano ha questa voglia di giocare ancora e di portare il club in A, questo mi impressiona. Lo ringrazio e spero che insieme con lui e con tutti possiamo raggiungere un grande traguardo.
L’ex romeno del Bari Raducioiu.
Mi fa effetto giocare qui, visti i tanti grandi ex. È una club che merita di stare lassù e di affermarsi.
L’attacco del Bari. Quanto pesa ora la prima linea?
Vale tanto. Come potenzialità possiamo fare tanto, come negli altri reparti. Con giocatori così con esperienza, peno a Menez e Sibilli, possiamo far bene. Dobbiamo trovare il modo di metterci a disposizione di tutti e di trovare il sincronismo giusto e legarci bene l’uno all’altro. Siamo forti, ma bisogna trovare maggiore sintonia.
Il ritorno a Bari?
Sono arrivato in una squadra che ha potenziale e voglia di grandi traguardi, che sa cosa vuole fare. È un grande mio ritorno, perché sono sempre stato legato al Bari, sin dal 2015, fu la prima esperienza dopo l’Inter nei professionisti. Sono tornato con grandi aspettative ed emozioni per dare tutto per questa maglia. Si sogna il grande traguardo, dobbiamo lavorare tanto, dobbiamo essere ancora più squadra provare ad arrivare in A. Ora sono a Bari, provo a fare di tutto per dare il mio massimo, poi per la nazionale sarò pronto.
La trattativa lunga.
Sono cose tra le società. Io ho dato il mio ok, non so bene cosa sia successo. Aspettavo solo il via libera. Ero pronto a partire.
La formula del prestito secco.
Queste sono cose tra società, che sia prestito secco o obbligo sono venuto con grandi motivazioni, per dare tutto. Ho voglia di giocare e affermarmi, non mi interessa la formula. Se sono in un grande club come il Bari basta che gioco, che sia per due mesi o cinque voglio dare il 100%. Devo prima pensare ad aiutare la squadra.
Puscas, perché non ha mai chiuso in doppia cifra?
Ogni giocatore ha il suo percorso, deve essere gestito bene. Bisogna anche guardare a cosa è successo durante le stagioni, gli infortuni, chi c’era in rosa. Mi piacerebbe anche fare 10 assist. È il traguardo della squadra che conta. In ogni club ho raggiunto un obiettivo.
Il look.
Lo faccio io da solo, ci metto due minuti. Non mi interessa più di tanto il taglio di capello.
L’operazione si fa con qualche mese di ritardo? Cosa le ha detto Polito?
Ha chiamato i miei agenti, dall’estate scorsa. Ma ero nel Genoa, volevo affermarmi in A e giocarmi le mie chance lì. Non ho rifiutato. Non avendo tanto spazio il Bari era la prima opzione.
In cosa è più maturo rispetto a 7 anni fa? Ha voglia di riscattare i playoff persi contro il Novara?
Sì, possiamo dirla così, non sono tornato così a caso. Il primo anno abbiamo fatto i playoff perdendo al 117’. Galabinov ci ha fatto gol. Fu una partita incredibile. Sono venuto per provare a fare di nuovo quel salto. Voglio fare squadra e fare bene, voglio bene al club e ai tifosi. Ero un bambino nel 2015, ora sono più maturo, posso dare di più e aiutare la squadra con la mia esperienza.
La rimonta subita ad Ascoli.
Ho seguito e lardato le partite del Bari anche prima di arrivare. Dobbiamo migliorare per chiudere la partita e non prendere gol, continuando ad attaccare. Sono entrato bene, volevo portarla a casa. Un campo difficile Ascoli, ma bisogna andare avanti, bisogna essere incazzati e giocare la prossima per i 3 punti, provando a vincere tutte le partite fino alla fine. Dobbiamo giocare come nel primo tempo, ma facendolo per 70-80 minuti.
C’è voglia di rivalsa? Qual è lo stato d’animo dello spogliatoio?
Non può sentirsi bene lo spogliatoio dopo esserti trovato sul 2-0 in trasferta. C’è rammarico, però sappiamo cosa abbiamo davanti. Ci toccano partite nelle quali non dovremo commettere gli stessi errori, e fare i tre putì. La squadra ha reagito bene, nonostante il pareggio sia stato recepito come una sconfitta. Ma è passata, testa alla prossima.
La forma.
Sto bene. Giocando di più, con più minuti e allenamenti, troverò la condizione migliore. È solo una questione di minutaggio. Bisogna giocare, sentire il campo e lo stadio, e piano piano verrò fuori.
Il gol con il Genoa contro il Bari.
Perché non ho esultato? Forse perché ce l’avevo dentro il Bari. Era la curva dove ho segnato l’ultimo gol. Sono passati tanti anni da quel momento, non ho esultato, ma poi il destino mi ha portato qua. Ho sempre avuto rispetto per i tifosi delle squadre in cui ho giocato. Voglio aiutate la squadra con i gol ed esultare sotto la curva.
La collocazione tattica ideale.
Ho giocato tanto nel 4-3-3, mi sono sempre trovato bene nel modulo. Di fianco ho giocatori rapidi che mi creano spazi. Provo a creare spazi per loro e a chiudere ogni azione che loro iniziano. Sta andando bene, negli allenamenti scopro ogni giorno qualcosa. Devo capire come mettermi di più a disposizione dei miei compagni.
Lo zampino di Valerio Di Cesare, ex compagno, nella trattativa.
Ha fatto un pressing alla grande. Mi ha scritto sempre, mi ha cercato e mi voleva far capire cosa significa giocare nel Bari. Ma io Già LO sapevo, non avevo bisogno di conferme. Mi ha fatto tanto piacere però. Il capitano ha questa voglia di giocare ancora e di portare il club in A, questo mi impressiona. Lo ringrazio e spero che insieme con lui e con tutti possiamo raggiungere un grande traguardo.
L’ex romeno del Bari Raducioiu.
Mi fa effetto giocare qui, visti i tanti grandi ex. È una club che merita di stare lassù e di affermarsi.
L’attacco del Bari. Quanto pesa ora la prima linea?
Vale tanto. Come potenzialità possiamo fare tanto, come negli altri reparti. Con giocatori così con esperienza, peno a Menez e Sibilli, possiamo far bene. Dobbiamo trovare il modo di metterci a disposizione di tutti e di trovare il sincronismo giusto e legarci bene l’uno all’altro. Siamo forti, ma bisogna trovare maggiore sintonia.