I due peggiori attacchi della B alla ricerca del gol perduto. E già, perché Bari (insieme ad Ascoli e Lecco) e Spezia hanno racimolato, fino adesso, rispettivamente 27 e 25 gol, molto molto poco per due squadre che, vuoi per definizione, vuoi perché le retrocesse sono chiamate sempre ad un torneo d’alta quota, avrebbero dovuto svolgere un campionato di ben altro lignaggio. Ed invece sono lì, mestamente, nelle zone rosse della classifica, per di più coi biancorossi che dopo questa gara si dovranno sottoporre a test sulla carta proibitivi dove occorrerà davvero qualche miracolo per ottenere qualche punto. Oggi, dunque, gara cruciale per il Bari che vincendo avrebbe potuto affrontare con meno patemi d’animo la trasferta di Venezia. Ma così non è andata.
A sorpresa Iachini ha mandato in campo Morachioli al posto di Menez per un improvviso problema fisico, poi stesso schema di Catanzaro con Zuzek insieme a Di Cesare e Matino dietro, Ricci e Dorval esterni pronti a diventare difensori all’occorrenza, Benali e Edjouma al centro, Sibilli dietro Morachioli e Nasti.
Primo tempo terminato tra i fischi del pubblico per un Bari affatto convincente, compassato, con proposte di gioco di facile lettura da parte della difesa avversaria. Bari impaurito che ha commesso tanti errori con Edjouma e Dorval su tutti, con Di Cesare e Matino ammoniti che ne hanno condizionato il prosieguo della gara. Una gara complicata dove il Bari non ha trovato le giuste misure non riuscendo mai a far male ai liguri, limite peraltro che si porta avanti dall’epoca di Mignani. Solo Dorval ad inizio tempo, ci ha provato a tirare ma la traiettoria è risultata prevedibile. Cassata in ben due occasioni ci ha provato dalla distanza con tiri molto pericolosi ma Brenno li ha deviati entrambi in corner. Iachini si è sbracciato tanto per dare equilibri difensivi e per provare a creare qualcosa, ma ancora una volta abbiamo registrato un encefalogramma piatto.
Subito dentro Lulic, ad inizio secondo tempo, al posto di un inutile e dannoso Edjouma. Serviva un altro Bari nella proposta offensiva e nella proposta di gioco ma soprattutto nel tirare in porta.
E’ sempre lui Di Cesare a pensarci nel tirare, si è coordinato e smarcato bene e ha tirato, peccato che il suo tiro è risultato centrale. Ma è lo Spezia che puntualmente è andato in gol con Mateju su una dormita in area in una situazione facilmente leggibile per la difesa, non si può prendere un gol simile con ben tre centrali difensivi sul posto.
Si spegne la luce per il Bari ma dopo cinque minuti torna ad accendersi con Sibilli che da fuori area raddrizza il risultato facendo gol grazie anche ad una deviazione. Sibilli al suo decimo gol stagionale.
Poche e confuse le azioni del Bari per cercare la vittoria nonostante i cambi di Iachini che ha mandato in campo Puscas, Lulic e Achik. Finisce la gara anche questa volta tra i fischi.
Un pareggio che muove la classifica ma che serve a poco. Era una gara da vincere ma che non si è riusciti a vincerla perché il Bari è questo, c’è niente da fare, lo diciamo sempre, e dopo aver visto lo Spezia ci sta bene avere 34 punti. La verità è che adesso se non si fanno punti con lo Spezia dove e con chi intende farli? Bisogna vincere queste partite, il Bari ha giocato in modo molto mediocre ed oggi è la conferma che non è colpa dell’allenatore, Mignani, Marino o Iachini, così non se ne viene fuori. Sono solo Sibilli e Di Cesare a tirare la carretta e il resto della squadra arranca, anzi manca. Bari coi soliti limiti che si aggrappa a Sibilli. E così non va. La struttura della squadra è questa e difficilmente si può fare di più, i miracoli non sempre accadono, già ne è accaduto uno lo scorso anno.
Ci sono giocatori che sono fuori forma per i quali non s’intravede un chiarore, Puscas è in difficoltà fisica, Edjouma non ne parliamo, Lulic idem, Kallon è sparito posto che sia mai apparso, su Acampora non ci si può contare, Morachioli viene schierato fuori ruolo, Dorval e Ricci non difendono, Benali si sta facendo coinvolgere dal marasma non essendo più lo stesso da qualche gara, mettiamoci pure gli infortunati. Insomma.
Esiste un altro problema ovvero che ci sono nella rosa giocatori che andrebbero bene per il 4-3-3 e invece si continua ad insistere con un modulo che non prevede gli esterni. E’ un groviglio tecnico da cui non se ne esce fuori, i giocatori non vengono messi nelle condizioni di far bene. Già ci sono dei limiti, poi ci si mette del proprio, e allora è finita. Ci sono tanti esterni e allora che si giochi – o quantomeno che si provi – almeno in casa con gli esterni. Non è più tempo di esperimenti. Morachioli oggi ha giocato da fantasma nel primo tempo, era inutile come seconda punta. C’è solo e sempre Sibilli. Sembra assistere alla partitelle tra studenti nel dopo scuola quando si passava il pallone al più forte per far gol, e non è possibile andare avanti così. Qui c’è il rischio concreto di retrocedere.
Il Bari ha 34 punti, cinque lunghezze di vantaggio sulla Ternana avendo allungato di un punto, sembra assurdo ma è così. Ma per favore basta a parlare di playoff, questa squadra non solo non ha i mezzi per centrarli, ma non li meriterebbe affatto, senza dimenticare che con questa squadra il rischio concreto di perdere malamente la prima gara è pressoché certo.
I giocatori vanno messi in condizioni di far bene. Che Polito abbia sbagliato mercato non ci piove, ma qualcuno vorrà spiegarci perché Frabotta va via da Bari e diventa improvvisamente un giocatore forte e imprescindibile a Cosenza. E allora sarebbe il caso di porsi qualche domanda.
Occorre fare attenzione alle prossime gare che si prospettano da bollino rosso, tra squadre che tirano la volata per la promozione, altre in crisi (Cittadella) e si sa che quando c’è il Bari ad incontrarle c’è poco da stare allegri, poi c’è la Sampdoria che teoricamente sarebbe alla portata ma quando c’è il Bari sicuramente si ricorderà di essere pur sempre la Sampdoria e sarà dura far punti differentemente da altre squadre che, con regolarità, la battono.
L’organizzazione di gioco dello Spezia è superiore a quello del Bari. Nella squadra biancorossa si cambia modulo ogni venti-venticinque minuti, gli altri giocano con lo stesso modulo da inizio gara fino alla fine. Anche questo vale la pena dirlo.
Infine una considerazione: con tanti giocatori che cercano fiducia in se’ stessi, altri alla ricerca della migliore condizione, altri ancora alle prese con limiti tecnico-strutturali di difficile risoluzione, ad un mese e mezzo dalla fine è difficile pretendere vittorie e punti. Qui se non si vive di emozioni ci si sente inutili. Iachini, giustamente, invoca la tifoseria a sostenere i ragazzi, però, diamine, aiutati che dio t’aiuta!